Uscito all’inizio di dicembre 2021, Marta Destino è il primo libro di narrativa scritto da Luca Montani, già autore di saggistica. Un nome, quello della protagonista che dà il titolo al volume, e un programma. Marta si trova, infatti, fin dalle prime pagine al centro di una vicenda che sembra intessuta per lei dal destino.
Il motore della vicenda
Montani sceglie come prima ambientazione del romanzo Quarto Oggiaro, un luogo ai margini della metropoli, lontano dalla centralità di Milano. Qui Marta, una ragazza molto giovane che ci viene presentata in tutto il suo fervore adolescenziale, assiste a un fatto che le stravolge la vita. Mentre si risveglia su una panchina pubblica dopo un momento di torpore, vede due uomini che trasportano e occultano un cadavere. E loro si accorgono della sua presenza: «Marta scatta in piedi, afferra lo zaino, la giacca di jeans che ha utilizzato come cuscino, e corre verso una meta inesistente. “Ci ha visti! Cazzo, ci ha visti in faccia!”».
Da lì Marta continua a correre. Prima a casa del Geko, l’amico e confidente che ascolta con occhi sbarrati la vicenda. Poi a Roma, dove la famiglia la accompagna per metterla al sicuro, allontanarla almeno per un momento da occhi indiscreti. Naturalmente nemmeno lì la corsa si arresta.
Un mosaico di storie
La particolarità di Marta Destino è il modo in cui Montani ha scelto di raccontare la storia, come dipanando una matassa stretta e che riunisce molteplici vicende. Viene spiegato molto presto a chi legge il volume: «Quello che tenete tra le mani è l’intreccio di quaranta piccole storie ordinarie al cui centro c’è lei, una piccola ragazzina dal cuore grande».
Pagina dopo pagina, quindi, si delinea un mosaico di vicende. Quaranta personaggi vengono coinvolti in questo romanzo e le loro azioni hanno tutte un legame con la situazione in cui Marta si trova coinvolta. Lei è la protagonista, ma noi la conosciamo attraverso ciò che le sta attorno.
Ogni personaggio, inoltre, porta con sé nella storia lo spaccato di un mondo che Marta, concentrata a sbrogliare le sue vicende e a vivere la sua vita, non attraversa che di striscio. Abbiamo quindi la portinaia del palazzone di Quarto Oggiaro in cui vive la famiglia Destino; il Geko, l’amico che accompagna la giovane a Roma; Joseph, un individuo legato ai servizi segreti. E così via.
Anche ai due uomini che hanno occultato il cadavere viene dato spazio. Leggendo, sapremo qualcosa in più di loro, delle loro azioni, dei loro comportamenti. Sono in fondo degli uomini comuni anch’essi. Il realismo, all’interno della fiction, si ottiene proprio ponendo nella narrazione individui comuni dalle storie mai banali ma vicine all’ordinario.
La conclusione (senza spoiler)
Le singole storie compaiono e scompaiono per lasciare spazio e dare vigore a quella di Marta, segnata da un destino che le affida una vicenda complessa da gestire e la rende protagonista inconsapevole, fino a quando non cresce e sceglie da sola quale strada intraprendere.
E Montani non esita a porre lui l’ultima parola per chiudere il libro. Nel suo Finale (d’autore noto) inserisce la sua voce narrante per chiudere tutti i passaggi rimasti aperti e, naturalmente, aprirne altri. Perché le storie autentiche non terminano nemmeno dopo l’ultima pagina del libro.