Studi televisivi trasformati in pollai ululanti. Dove tutti pigolano le proprie ragioni cercando di sovrastare gli altri con la propria voce, con il conduttore che finge di richiamare all’ordine gli sfidanti, ma che in cuor suo gongola. Perché più si litiga, maggiore è la possibilità che l’indomani mattina pezzi di trasmissione saranno rilanciati sui quotidiani on line e amplificati sui social. Da quando è scoppiata la pandemia, non passa giorno che in un talk show il confronto non vada a finire in rissa.
Lo scontro Scanzi-Contri a Cartabianca
E’ successo a “Cartabianca” tra Andrea Scanzi e il professor Alberto Contri, è successo a “Otto e mezzo” (anche qui c’era l’ubiquo Scanzi per il quale forse dovremmo cominciare a pensare a un fenomeno di bilocazione come per padre Pio: la prossima volta faremo più attenzione a eventuali stimmate), ma accade in ogni rete e in ogni programma dove vengono messi a confronto posizioni diverse. Non che di settimana in settimana, da quasi due anni a questa parte, gli interventi aggiungano nulla di nuovo (a quello per fortuna ci pensano gli scienziati), ma ormai le tv hanno individuato gli specialisti delle telerisse e se li contendono.
Violenza sì, ma solo verbale (e per fortuna…”
Dovevamo uscirne migliori, si diceva nel pieno della prima ondata della pandemia. A quanto pare, ad uscirne meglio sono solo i tele-rissosi. Perché di una cosa dobbiamo dargli atto: fino ad ora – e per fortuna – si sono limitati allo scontro verbale, nessun corpo a corpo tra Francesco Borgonovo (vicedirettore de la Verità) e Massimo Giannini (direttore de La Stampa), nessun oggetto lanciato nello studio della Gruber da un ospite all’indirizzo dell’altro (che i collegamenti esterni siano stati pensati dalla diabolica Lilli proprio per evitare che accada?): insomma violenza, sì, ma per fortuna solo verbale. Non che questa non sia da stigmatizzare, ma almeno si evitano fratture e contusioni.
L’epico scontro tra Sgarbi e D’Agostino
Eppure, se si torna indietro, non sono mancate alcune furiose liti televisive che hanno fatto la storia e consegnato ai posteri (alcuni video sono facilmente reperibili su Youtube) la testimonianza del grado di rissosità degli italiani. Diciamo che, forse complice l’atteggiamento interiorizzato del distanziamento sociale, che tiene a debita distanza gli interlocutori, non abbiamo più assistito a scene come quella di cui si resero protagonisti Vittorio Sgarbi e Roberto D’Agostino, ospiti di Giuliano Ferrara nel 1991, col primo che versò un bicchiere d’acqua sul volto del creatore di Dagospia e che da questi fu ricambiato con un sonoro ceffone.
Sgarbi-Mussolini, la riappacificazione dalla D’Urso 13 anni dopo
Vittorio Sgarbi, non a caso, è stato definito da Massimo Giletti (uno che nel trash si trova a suo agio, bisogna solo fare attenzione a non smaltirlo inavvertitamente con l’umido) “il re indiscusso delle risse tv”. Il critico d’arte, che non eccelle certamente in self control, ha dato spettacolo in più occasioni. Nel 2006 si ritrovò sul ring con Alessandra Mussolini. Non erano ospiti di un talk show, ma di un reality (“La Pupa e il Secchione”). Lui le diede della fascista e dopo alcuni giorni ritornò sull’argomento chiedendo che l’allora politica chiedesse scusa per l’Olocausto anche a nome di suo nonno Benito. I due si baceranno in uno studio televisivo solo tredici anni dopo, grande cerimoniera Barbara D’Urso (e chi altri?).
Sgarbi a Busi: tredici volte capra
Di Sgarbi sono passate alla storia anche la rissa con Aldo Busi a “Chiambretti c’è” (nel 2002), quella con Alessandro Cecchi Paone a “Markette” e quella con il giornalista Gianni Barbacetto su VeroTv nel 2012. Quella volta Aldo Busi aveva osato criticare la carriera politica di Vittorio Sgarbi, allora deputato per Forza Italia, il quale indispettito lo apostrofò tre volte con: “Fatti i cazzi tuoi!”. Presto il diverbio degenerò e Sgarbi rispose ”Tu Busi, sei un mentecatto assoluto, sei senza cervello, sei un depensante assoluto, un pettegolo, una nullità, un morto di sonno”. Busi ribattè con “Mitomane e megalomane”. E Sgarbi: “Ma vuoi farti i cazzi tuoi? Vuoi farteli? Ignorante!” e poi ”Capra! Capra! Capra…” per ben tredici volte di seguito. Busi replicò urlando: ”Tu sei un male italiano! Tu sei un cazzo mio!”. La lite proseguì fino al momento della sigla alla sigla di chiusura del programma.
Lo scontro tra Sgarbi e Mughini
Nel 2019 ancora Sgarbi è protagonista di una furiosa rissa tv con Giampiero Mughini. Ospiti di “Stasera Italia” (argomento della puntata i presunti i fondi russi alla Lega e l’interventismo della magistratura nella politica) i due duellano a parole per poi venire alle mani. “Questo lo prendo a pedate”, dice Mughini replicando agli insulti di Sgarbi, poi la lite degenera con il conduttore Giuseppe Brindisi e un cameraman che tentano di dividere i due.
Le “vaiassate” di Alessandra Mussolini
Alessandra Mussolini, da parte sua, in quanto a risse in tv, tallona da vicino Sgarbi in una ideale classifica della “vaiassate” televisive. Durante la registrazione di una puntata di “Porta a porta” (l’argomento della trasmissione di Vespa era la sentenza con cui la Cassazione dichiarava lecita la pacca sul sedere a patto che fosse “isolata e repentina” – era il 2001), ci fu uno scontro con l’allora ministra alle pari opportunità Katia Belillo: le due si scambiarono lanci di microfoni e tentativi di sgambetto (poi si appellarono alle immagini per smentire), scambiandosi frasi del tipo “zitta tu fascista”, “taci comunista e vai a Cuba”. Non sappiamo se la Belillo sia poi mai andata nella terra di Fidel Castro, ma di certo a danzare con un maestro cubano a “Ballando con le stelle” c’è finita invece la Mussolini.
Mai contestare le giacche di Facci…
Nel 2017 a rendersi protagonista di una rissa in tv fu il giornalista Filippo Facci. Sparring partner Luca Di Carlo, avvocato e manager di Ilona Staller, in arte Cicciolina. Durante “Domenica Live” Di Carlo definì la firma di “Libero” quel “signore con la giacca a quadri fantozziana”. Facci si alzò dal salottino al centro del palco e cercò di avventarsi sull’avvocato della Staller che era seduto tra il pubblico. Dopo qualche spintone, la regia decise di interrompere il programma mandando la pubblicità.
“Il peggio della tv” è anche un libro
L’elenco delle risse televisive sarebbe ancora lungo, tanto che ci si potrebbe scrivere un libro. Cosa che è già stata fatta nel 2017 da Umberto Piancatelli con “Il peggio della Tv”, sottotitolo “Risse, insulti, parolacce, gaffes, polemiche, scandali, querele, censure e curiosità dal 1954 ad oggi”, pubblicato da Melville Edizioni. Solo che ormai necessiterebbe di aggiornamenti quotidiani.