Zlatan Ibrahimovic sta facendo il pieno di…adrenalina. Sia in libreria, dove la sua autobiografia prodotta da Cairo Editore (sarà per quello che lo svedese ha saltato Milan-Torino dicevano scherzando i maliziosi…) sta andando a ruba, sia in campo, dove il fuoriclasse rossonero non vuole smettere di segnare e stupire. E si conferma determinante in casa rossonera. Quando gira lui, il Milan vola. E soprattutto vince.
Zlatan Ibrahimović, ritiro lontano
Ecco perché Ibra non ha alcuna intenzione di ritirarsi a fine stagione. Anzi. Non lascia ma raddoppierà, con l’obiettivo di giocare il suo ultimo Mondiale in Qatar (Playoff permettendo…) e provare a vincere un trofeo col Milan. Ci riuscirà già quest’anno? Difficile visto che l’Inter sembra ancora un gradino sopra in chiave scudetto. Eh già, perché qui si gioca la partita che inizierà in Primavera. Ibra vuole restare al Milan e il Diavolo vuole continuare con il suo numero 11. E allora direte voi: basta una stretta di mano. Non proprio.
Perché il fuoriclasse ex Manchester United guadagna 7 milioni annui e Elliott vorrebbe tenerlo a cifre più basse. Zlatan sarà dello stesso avviso? Vedremo. Difficile comunque dirlo in questo momento, visto che il classe 1981 vuole essere il più pagato della sua squadra e sul campo fa ancora la differenza. Lo dicono i numeri: 7 gol in 10 presenze di campionato. Anche l’altra sera a Udinese è stato Ibracadabra con una magia delle sue a evitare la sconfitta alla squadra di Pioli. Senza dimenticare la leadership assoluta dello svedese nello spogliatoio.
Ibra è davvero un’opportunità per il Milan?
Il suo carisma e il suo esempio restano un propellente fondamentale per far crescere i tanti giovani talenti milanisti. Ancora adesso, a quarant’anni suonati, il campione cresciuto a Rosengard è il primo ad arrivare agli allenamenti. Un esempio di serietà e puntualità dal quale dovrebbero prendere spunto tanti giovani calciatori che in carriera hanno ottenuto un quinto dello svedese.
Ecco perché il Milan non può fare a meno di Ibra e sarà costretto a scendere a patti per il rinnovo. Un patto col Diavolo, in tutti i sensi. Per un Ibra che studia già da futuro agente. Infatti tra un paio d’anni quando appenderà gli scarpini al chiodo Ibrahimovic dovrebbe iniziare a fare il procuratore al fianco del suo mentore Mino Raiola. Ma questa è un’altra storia. Ci sarà tempo e modo per approfondirla. Anche perché Zlatan pensa solo al pallone e si sente pienamente ancora calciatore. E per questo non farà sconti: non è una vecchia gloria all’ultimo giro di giostra, ma un “Benjamin Button” che sta sfidando tutte le leggi naturali relative alla longevità. Pertanto merita un trattamento economico e tecnico da giocatore vero. Il che inciderà anche sulla dinamiche di mercato della società di via Aldo Rossi.
Tradotto: se resta Zlatan, difficilmente arriverà un altro top player davanti in estate. “Per me può giocare fino a 50 anni” ha detto più volte il suo manager Raiola. Chissà se Ibra non voglia farci un pensierino…