A pochi giorni dall’uscita, è già polemica su “1922. Diario dell’anno che cambiò per sempre la storia d’Italia”, il libro di Francesco Bogliari (Mind Edizioni, 368 pagine, € 18,00; anche in versione ebook, € 12,99). In particolare, il volume è nel mirino dei nostalgici del Ventennio, che si sono scatenati sui social. Ecco alcuni dei commenti comparsi su Facebook. “Ma che caxxo vuoi raccontare (…) Vorrei vedere con quale macchina viaggi, quali sono i tuoi capi di abbigliamento e quante case hai caro compagno”. Un altro chiede: “Chi ti ha sovvenzionato?”. Un altro ancora sposta il focus: “Se non ci fossero stati gli angloamericani i vostri carri sovietici avrebbero invaso l’Italia”.
“Sono francamente sconcertato – dice l’autore Bogliari – le critiche al libro sono ben accette, purché siano critiche nel merito, o segnalazioni di errori o imprecisioni, non attacchi violenti urlati come nella curva di uno stadio. Nel libro do conto dei morti antifascisti per mano fascista ma anche dei morti fascisti per mano antifascista (seppure questi fossero molti meno per l’enorme sbilancio delle forze in campo dal punto di vista dell’organizzazione militare). La storia – dice ancora l’autore – è molto più complessa di come la vede chi salta a piè pari analisi, riflessione, ragionamento. Tra il bianco, il rosso e il nero ci sono infinite scale di grigio. Il mio libro è pieno di scale di grigio, c’è la guerra civile ma c’è anche l’indifferenza della grande maggioranza del paese. Ogni giorno ci sono fatti sangue ma la vita quotidiana degli italiani procede normalmente. Questo documento con il libro. Ma è molto più facile urlare slogan.”
Nelle intenzioni di Bogliari, che è editore, giornalista, autore, docente Luiss, il libro è un racconto di pura cronaca di quello che avvenne in Italia nel 1922, quando Benito Mussolini prese il potere. L’autore racconta i fatti sotto diversi punti di vista: la politica dei partiti, del parlamento e dei quattro governi che si susseguirono nel corso dell’anno), la violenza politica che insanguinava strade e piazze, ma anche la cronaca bianca e nera, lo sport, la vita culturale, con l’aggiunta di tante notizie apparentemente “minori” ma capaci di spiegare spesso più di quelle “maggiori” lo spirito del tempo.
Nella prefazione al libro Giancarlo Mazzuca (giornalista e divulgatore storico, ex vice di Indro Montanelli al Giornale e a La Voce, poi direttore di Resto del Carlino e Giorno) scrive: “Sono tanti i saggi che cercano di “raccontare” quell’anno, ma nessuno – prima di Bogliari – ha avuto la grande idea di vedere da vicino il 1922 attraverso le cronache dei quotidiani d’allora: il modo forse migliore per comprendere meglio i motivi di quella rivoluzione non tanto silenziosa che portarono alla nascita del fascismo nel Belpaese. Bogliari si è avventurato su una strada particolarmente originale per darci un diario molto attendibile di quei giorni che finirono per mettere la “mascherina” a una nazione intera.”