Siamo appena alla seconda settimana del 2022 ma c’è il rischio, grosso, che il Premio per lo Sportivo dell’Anno sia già stato assegnato. Perché Damiano Caruso, nel silenzio globale dei media, ne ha combinata un’altra delle sue.
Chi è Damiano Caruso
Serve però un piccolo ripasso per capire di CHI stiamo parlando prima del COSA stiamo parlando.
Damiano Caruso per anni, tanti anni, è stato un umile ma preziosissimo gregario al servizio di campioni o capitani in alcune delle principali squadre del ciclismo mondiale. Essere gregari è una faticaccia, tanto lavoro, tanta fatica e zero luci della ribalta. Ma Damiano ha qualcosa in più e così, da gregario, piano piano si ritagli i suoi spazi e approfittando anche della crisi di alcuni compagni (più famosi) riesce a giocarsi le sue carte, soprattutto nelle corse a tappe. Così il ciclismo italiano scopre di avere un talento, uno capace di correre da protagonista il Giro d’Italia.
Ed è proprio sulle strade della corsa rosa che Caruso un anno fa regala al mondo intero la su prima «perla». È il 29 maggio, siamo nella tappa più dura con arrivo all’Alpe Motta. Caruso sfida la maglia rosa Egan Bernal, lo attacca, cerca l’impresa. Ad aiutarlo lungo i saliscendi della giornata, soprattutto sulle ultime due salite, un compagno, un gregario, Pello Bilbao che tira, trascina, accompagna, scorta il suo capitano fino a pochi km dall’arrivo. Esausto si fa da parte, tocca a Caruso andare da solo fino al traguardo. Ma è qui che Damiano davanti a tutto il mondo compie il Gesto dell’Anno: affianca il compagno e lo ringrazia con una pacca sulla spalla, poi parte di scatto fino alla vittoria braccia al cielo. Testa, gambe e cuore, solo così si può spiegare una cosa simile.
Damiano Caruso e le tasse: “Preferisco vivere e pagarle in Italia”
Ma non basta a Damiano che in questi giorni ha regalato al mondo un’altra delle sue meraviglie. A chi gli proponeva una residenza a San Marino per poter così usufruire degli importanti vantaggi fiscali Caruso ha risposto con un garbato «no, grazie. Preferisco vivere e pagare le tasse in Italia. Anzi, sarebbe bello se questi soldi, anche i miei, fossero investiti nella mia terra, la Sicilia, che ne ha tanto bisogno».
Niente scorciatoie, niente furberie, un italiano vero come e con tutti gli altri. Questo è Damiano Caruso, la sua lezione da uomo e campione vero. Chissà ad esempio cosa ne pensa Jannick Sinner che, ancor prima di diventare il campione che è oggi, ha pensato due anni fa di trasferire la residenza a Montecarlo, il più comodo e vicino casa dei paradisi fiscali. Dove già risiedono altri nostri sportivi che davanti all’Agenzia delle Entrate non risultano italiani.
Cadere nella retorica davanti a gesti così nobili, semplici ma davvero colmi di significato è facile, forse scontato. Ma, per una volta chissenefrega. Vai Damiano, Campione, a prescindere