Cannabis light, il nuovo decreto potrebbe renderla fuorilegge. Un nuovo provvedimento, firmato Mipaaf e Minsal, potrebbe essere approvato nei prossimi giorni alla Conferenza Stato-Regioni. “Ci fanno chiudere da un giorno all’altro” tuonano i coltivatori e i rivenditori.
Cannabis light, fuorilegge con il nuovo decreto: cosa succede?
Nonostante il successo della campagna firme dell’Associazione Coscioni per la legalizzazione della cannabis, il Governo italiano continua ad approcciarsi alla materia con estrema cautela. Lo dimostra un decreto interministeriale adottato alla Conferenza Stato-Regioni, che potrebbe rendere fuorilegge la Cannabis light, ovvero quella a basso contenuto di THC. Il decreto in questione è firmato dal Ministero della Salute e dal Ministero delle Politiche Agrigole. Il testo tratta “l’elenco delle specie di piante officinali coltivate nonché criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee”. Con le nuove regole sulla sua produzione votate il 12 gennaio, la Cannabis light è posta sullo stesso piano delle sostanze stupefacenti.
Il punto 4 del decreto attesta: “La coltivazione delle piante di Cannabis ai fini della produzione di foglie e infiorescenze o di sostanze attive a uso medicinale è disciplinata dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, che ne vieta la coltivazione senza la prescritta autorizzazione da parte del Ministero della salute“. Anche la marijuana legale, quindi, verrebbe sottoposta al 309/90, il Testo Unico sugli stupefacenti.
Le proteste di coltivatori e rivenditori: “Ci fanno chiudere da un giorno all’altro”
I coltivatori e i rivenditori di Cannabis light hanno subito contestato il testo del decreto. Con le nuove regole sarebbero passibili di sanzioni senza un’autorizzazione dal Ministero della Salute. Il decreto ha ricevuto critiche asprissime. “Così chiude l’intera filiera italiana da un giorno all’altro.” –afferma Luca Fiorentino, CEO di Cannabidiol Distribution- “Di fatto per la legge italiana diventiamo degli spacciatori veri e propri. È un importante assist alle case farmaceutiche, che diventano le uniche a poter produrre fiori, condannando a chiudere 3mila imprese, di cui la maggior parte imprese agricole”.
Canapa Sativa Italia e diverse altre associazioni che sostengono la legalizzazione della cannabis hanno rilasciato un comunicato congiunto contro le nuove regole: “Il rischio è che nel caos normativo e in un quadro già caratterizzato da interpretazioni non omogenee nelle varie regioni e procure stesse, la coltivazione e prima trasformazione per tutti gli altri usi e indotti non farmaceutici venga azzerata. In assenza della giusta chiarezza, la canapa si trasformerebbe agli occhi di tutte le forze dell’ordine in sostanza stupefacente, intasando ulteriormente la macchina della giustizia e con la paura del processo spaventando soltanto gli onesti e quelli che hanno qualcosa da perdere”.