Viviamo in una grande finzione, e il fatto che non si voglia vedere qual è l’emergenza rende sia la maggioranza dem di questo Paese che la minoranza di destra complici della guerra che dovremmo combattere e che non combattiamo. Ho visto con orrore il campo di concentramento messo su dalla Cina per i loro malati di Covid. Stiamo sperimentando gli effetti di una loro malattia, aggravati dai dati che non ci hanno fornito, con la complicità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che loro controllano.
Stiamo sperimentando una inflazione crescente legata anche alle materie prime che loro estraggono, una crisi delle spedizioni legate alle loro politiche commerciali. Eppure, noi compriamo da loro, ci riforniamo da loro. Noi dipendiamo da loro. E quindi chiudiamo gli occhi sulla loro patente e continua violazione di diritti umani, chiudiamo gli occhi sul fatto che stanno facendo una politica neo colonialista in Africa, chiudiamo gli occhi sul fatto che stanno fuori dal libero mercato ma influenzano il nostro e ne determinano i destini.
Il problema della nostra condizione è che siamo concentrati sul nostro ombelico e sulle nostre rivendicazioni cretine. La più grande nazione al mondo è stata guidata prima da un pazzo furioso, Trump, e adesso da un anziano dormiente, Biden. Che riesce a sbagliare tutte le mosse. I suoi predecessori, ad esempio, per contrastare un nemico potenzialmente assai meno pericoloso (il che è tutto dire) come la Germania nazista, che aveva una capacità produttiva, distruttiva e di uomini che è una frazione di quella cinese di oggi, si allearono con la Russia. Nazione priva di diritti umani così come li conosciamo noi, e priva di democrazia come la conosciamo noi.
Ma che è l’unico vero e indiscutibile alleato in una guerra sotterranea con la Cina. Sembrano discorsi lontani. A Milano ci occupiamo delle violenze di Capodanno, ed è giusto. Ma il problema dei nostri figli, se andiamo avanti così, non sarà piazza del Duomo (che pure è teatro di una vergogna infinita), ma il loro stesso stile di vita e modo di pensare. Con la Cina dobbiamo avere a che fare. Anzi, tra virus e acquisti già abbiamo a che fare. E non è razzismo, proprio no. Come non era razzismo schierarsi contro i tedeschi nazisti: si chiama semplicemente stare dalla parte giusta.