Ha negato ogni accusa. Ha risposto alle domande del gip Zaccaria Mouhib, in arte “Baby Gang”, il rapper classe 2001 nato a Lecco accusato di rapina pluriaggravata che si trova in carcere a San Vittore in custodia cautelare, durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi il 22 gennaio.
Baby Gang, il rapper arrestato nega ogni accusa: ero a Rimini per cantare
Ha dichiarato di non trovarsi a Milano la sera/notte del 12 luglio 2021 quando a Vignate, comune della prima cerchia esterna, due persone in un’auto sono state aggredite e derubate intorno alle ore 20:20 da alcuni soggetti, di cui uno con in pugno una pistola, fuggiti poi a bordo di una Mercedes dopo aver sottratto le chiavi dell’altra auto. Non era a Milano perché si sarebbe trovato a Rimini per due diverse serate musicali. E sarebbe per questa ragione che, la mattina successiva, il suo profilo instagram lo mostra alle ore 5:52 su una spiaggia della riviera romagnola.
I telefoni del cantante e del suo “manager”
Perché si trovava a Vignate il giorno prima verso l’ora di pranzo, circa 8 ore in anticipo sui fatti? Perché lì abita ed è residente, come emerso anche dalle indagini, il co-indagato Eliado Tuci, 31enne albanese amico del artista oltre che suo autista (Baby Gang non ha la patente) e una sorta di manager che gestisce gli impegni e l’agenda del rapper. Alle ore 5:03 della mattina successiva il suo telefono aggancia la cella di Riccione in piazzale San Martino.
Baby Gang arrestato per quanto tempo: gli avvocati chiedono la scarcerazione
La verità si gioca tutta sui tempi: per fare chiarezza sulle accuse sarà ora necessario incrociare le dichiarazioni rese ai giudici con l’agenda dell’artista, verificare se effettivamente quella notte Baby gang si è esibito in due famosi locali della Romagna e se esistono, per esempio, prove di check-in in hotel di Rimini-Riccione o altri elementi che attestino la sua presenza fuori dalla Lombardia.
Baby Gang e devianza degli adolescenti: cosa dicono le indagini della polizia
Per ora tanto basta. Gli avvocati del rapper hanno chiesto l’immediato rilascio dal carcere. Ci vorranno cinque giorni per sapere cosa decideranno i giudici. La strada dell’inchiesta sulle violenze di strada di adolescenti di seconda generazione a Milano con coinvolgimento di trapper e artisti anche di fama nazionale però è piuttosto in salita. Basti pensare che il primo addebito per il quale la Procura chiedeva la custodia cautelare per Baby Gang per ora è già saltato. Si tratta di una rapina consumata da un gruppo di persone in Piazza Vetra il 23 maggio 2021.
L’album fotografico della polizia “Baby Trap”
A carico di Zaccaria Mouhib c’è un riconoscimento fotografico effettuato dalla persona derubata attraverso un album fotografico che la Polizia Giudiziaria ha rinominato “Baby Trap”. Un riconoscimento nel quale però la persona offesa non è stata in grado di indicare che ruolo avesse avuto il giovane lecchese. Inoltre i tabulati telefonici lo collocano altrove al momento dei fatti: non in centro a Milano alle ore 22 bensì a Cerro sul Lambro alle 21:33 e poi a Vimodrone alle 22:28. Un arco di tempo troppo ristretto – meno di un’ora – per pensare di entrare e uscire da Milano e commettere il reato.
Baby Gang e la rapina a Vignate, cosa non torna: la Mercedes, i telefoni, i teste, la pistola
Sulla rapina a mano armata di Vignate a luglio invece ci sono, per ora, le due versioni contrastanti. Quella di investigatori e pm e quella di Baby Gang. Rimangono tuttavia una serie di punti oscuri che andranno chiariti: le due persone che raccontano di essere state rapinate pistola in pugno hanno come prima versione dichiarato di trovarsi nel paesino a quell’ora alla ricerca di appartamenti da affittare. Versione poi modificata: stavano cercando di acquistare sostanze stupefacenti. Curioso, e giustificabile solo con una grave dimenticanza, anche il fatto che i rapinatori avrebbero portato via le chiavi dell’auto per impedire di esser eseguiti dimenticandosi però di sottrarre ai due uomini i telefoni con i quali è stato avvisato un carro attrezzi e a seguire le Forze dell’Ordine.
I testimoni riconoscono un altro rapper: Simba La Rue. Per la polizia non è lui
Terzo: anche in questo caso gli agenti della Polizia locale di Vignate predispongono un album fotografico dentro al quale i due uomini riconoscono (in alcuni casi sostengono con certezza, in altri no) tre soggetti su quattro presenti a bordo della Mercedes: Baby Gang, il suo “manager” ma in particolare Youssef Boutabt, indicato come colui che portava l’arma in pugno. A quel punto vengono visionate delle immagini dal profilo instagram di Baby Gang dalle quali l’uomo armato viene fatto corrispondere al profilo social di Simba La Rue – un altro rapper italo-tunisino.
Le perquisizioni: l’arma non si trova
La mattina dopo vengono effettuate le perquisizioni senza alcun esito: l’arma da sparo non si trova. E soprattutto sono gli stessi poliziotti a vedere di persona che Youssef Boutabt non corrisponde per nulla fisicamente all’artista Simba La Rue che infatti si chiama Mohamed Lamine Saida. Nessuno dei due è indagato. Ma rimane una domanda: se la pistola è una sola come mai vengono indicati due soggetti molto diversi fra loro come armati?