La partita più importante della politica italiana in questa legislatura è finita con la rielezione di Sergio Mattarella. Ma per una grande manovra, come quella sull’elezione del Presidente della Repubblica, ce ne sono migliaia di più piccole ancora in corso o da giocare. Perché quella del Capo dello Stato è la massima carica -sì – ma di un paese di presidenti. Nel suo ultimo libro “Presidenti d’Italia” (edito da La nave di Teseo) il costituzionalista Michele Ainis tenta l’ardua impresa di provare ricostruire quanti effettivamente ce ne siano nel nostro Paese: ne stima oltre 70mila.
L’Italia, un Paese di presidenti
“Se a via del Corso, nel centro del centro di Roma, chiami ‘Presidente!’ si gireranno in quindici. L’Italia è piena di presidenti, e della più varia risma: ogni autorità pubblica ne ha uno, spesso più di uno. Non a caso, se in Germania guida l’esecutivo un cancelliere, se in Inghilterra governa un primo ministro, alle nostre latitudini c’è invece un presidente del Consiglio. Così, in ciascuno degli 8mila Comuni italiani s’incontra il presidente della Giunta (ovvero il sindaco), quello del Consiglio comunale, i presidenti delle commissioni consiliari, i presidenti dei gruppi politici che siedono in Consiglio”. Questo è un estratto dell’ultima fatica letteraria del giudice e autore che dal 2016 è componente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
A tutti i livelli, la ricorrenza dello stesso titolo è sterminata. Va dalla politica: che la prevede come vertice del Consiglio dei Ministri, Parlamento, Regioni, Province e Città metropolitane. Prosegue nel mondo giudiziario, in ogni ordine e grado: dalla Corte Costituzionale al più remoto tribunale di provincia. Fino a toccare qualsiasi aspetto della vita comune: università, enti pubblici, associazioni, agenzie.
Ogni giorno in Italia viene eletto almeno un presidente
Non solamente il parlamento in sessione plenaria, ogni giorno il nostro Paese elegge almeno un presidente. Sottolinea Ainis che, come nel caso del Quirinale, a farlo “non sono mai concorsi o il popolo votante, ma delle assemblee ristrette, da circoli, da club degli ottimati. Oppure viene nominato, come i cavalieri della Tavola Rotonda”.
La statistica di Ainis: un presidente ogni 60 italiani
Il libro non considera il settore privato: guarda solo al pubblico ed esclude la pletora di direttori generali, commissari e garanti. Un marasma comunque difficile da quantificare, data la mancanza di uniformità nelle stime fornite dall’ Elenco delle amministrazioni pubbliche fornito nel 2020 dall’Istat. Il totale accuratamente documentato da Ainis ammonta a 70.174. Un numero spaventoso che significa un presidente ogni 60 italiani. In un’approssimazione che è per giunta per difetto in cui moltissime istituzioni minori e partecipate a cavallo tra pubblico e privato, ma non ricorsi al titolo in maniera a dir poco bizantina: così esistono presidenti aggiunto (Consiglio di Stato), quello onorario (in molte fondazioni), o addirittura quello del Garante (è il caso della Privacy).
Presidenti: sui loro compensi mancano molte informazioni
Dal 2013 esisterebbe una norma sull’Amministrazione trasparente che imporrebbe l’obbligo di rendere pubblici gli stipendi che vengono percepite dai dirigenti pubblici. Eppure da un controllo incrociato online e su altre fonti si contano moltissimi buchi informativi sulle retribuzioni. Per quanto lacunoso, l’ammontare complessivo che è possibile documentare sulla spesa pubblica per questa marea di presidenti è comunque notevole: oltre 390 milioni di euro ogni anno e anche questo è un dato fortemente al ribasso.