Lo hanno chiamato “Mister tamponi”. Guido Grignaffini è l’uomo chiamato da Letizia Moratti lo scorso 27 dicembre per far fronte all’ondata di test Covid richiesti nel periodo delle vacanze natalizie in Lombardia. A un mese secco di distanza, il Direttore sociosanitario dell’Asst Vimercate e capo della task force tamponi, fa un primo bilancio del pool messo in piedi da Regione Lombardia per affrontare quella sfida chiarendo anche i dubbi che possono attraversare i cittadini in caso di sospetta positività al virus.
Covid, Grignaffini: “Rimettere ordine nell’accesso al tampone”
A cominciare dal primo e più importante: chi e come ha diritto ad effettuare il test non a spese proprie ma a carico del Servizio sanitario regionale? Cinque “categorie” di persone dice Grignaffini intervistato da Fabio Massa e Barbara Ciabò a The True Show su Telelombardia nella puntata del 21 gennaio spiegando come proprio “rimettere ordine nell’accesso al tampone, chiarendo chi ha diritto a farlo per conto del Servizio sanitario regionale” sia stato il primo compito affidato alla sua task force. Cinque categorie che sono “i sintomatici con richiesta di tampone da parte del Medico di medicina generale, i tamponi di guarigione post isolamento per i pazienti che hanno avuto il Covid, i casi di quarantena, la sorveglianza scolastica e i rientri dall’estero”.
Le cinque categorie che hanno diritto al tampone con il sistema sanitario
Come si entra in questo circuito? “Serve un titolo di accesso” spiega Grignaffini “che può essere di due tipologie”. La prima: “Una prescrizione del medico” oppure “un provvedimento dell’Ats di fine quarantena, fine isolamento o sorveglianza scolastica”. “Senza questi provvedimenti non ci si può presentare – chiosa il capo del pool – perché non si ha diritto al tampone a carico del servizio sanitario regionale”. L’accesso ai punti tampone può avvenire autonomamente con una prescrizione fatta dal Medico di medicina generale oppure “con una prenotazione fatta sempre dal medico o da Ats”. Questa seconda modalità è quella prediletta, suggerita financo raccomandata da Regione proprio “per allineare domanda e offerta, dove il sistema di prenotazione permette di avere il tampone nei tempi prescritti per uscire dalla quarantena e dall’isolamento”. L’esatto contrario di quanto accaduto in quei giorni di dicembre quando il mismatch fra domanda-offerta e l’importante afflusso di persone senza prenotazione ha creato gli ormai celebri colli di bottiglia.
Tamponi, Grignaffini: “Punti d’accesso nei drive trough degli ospedali”
Trenta giorni dopo il quadro è completamente ribaltato. “Per ciascuna tipologia dei pazienti che ne hanno diritto – spiega il dirigente scelto dall’assessorato al Welfare – stiamo creando e abbiamo già creato dei punti di accesso nei drive through degli ospedali e potenziato la rete d’offerta attraverso la possibilità data alle farmacie di erogare tamponi per conto del servizio sanitario regionale”.
Regione Lombardia, quasi 1,4 milioni di tamponi a settimana
Un potenziamento che, nei numeri, ha dato i suoi frutti: “A fine dicembre venivano fatti circa 700-800mila tamponi a settimana – afferma –. La scorsa settimana in Regione Lombardia abbiamo fatto quasi 1,4 milioni di tamponi, quindi la capacità di offerta è stata raddoppiata con uno sforzo realizzato da tutti gli operatori della sanità, pubblici e privati, per raggiungere un’importante capillarità d’offerta che ora consente un accesso ordinato ai cittadini al tampone”. La famose “code” fuori dai punti tampone “Già risolte ormai da qualche giorno ormai” spiega il capo della task force sottolineando come il nodo più critico in questo momento sia rappresentato “dall’iperafflusso” che proviene “dalla sorveglianza scolastica” perché “la riapertura delle scuole sta generando questo tipo di domanda in larga parte assorbito dalle farmacie” mentre “con le Asst e gli ospedali stiamo cercando di creare dei punti e delle linee dedicate ai pazienti scolastici”.
Ad ogni modo nulla di paragonabile al “tilt” dei giorni pre natalizi o a cavallo delle festività quando il caos nel sistema è stato “causato dalla corsa al tampone data dalla volontà dei cittadini di fare le vacanze e le cene in sicurezza”. Legittimo ma con un’ulteriore “conseguenza indiretta nel numero di positivi” registrato “molto più elevato e a cui poi è seguita la necessità di fare altrettanti tamponi di guarigione”. Basti pensare che “sotto Natale su Milano avevamo ogni giorno più di 10mila casi positivi”.