Alle primarie del 2016 contro Beppe Sala e Francesca Balzani prese 13.600 preferenze. Alle comunali di quattro mesi dopo è il primo del Pd con 7.500 voti dietro solo ai “big” nazionali candidati dal centrodestra per incassare voti come Mariastella Gelmini e Matteo Salvini. Alle europee 2019 solo a Milano prende 39.600 voti personali. Più di 90mila nella circoscrizione nord ovest. Terzo più votato nel pd. Lascia Palazzo Marino e vola a Bruxelles e Strasburgo. Ma per “Pier” – come lo chiamano tutti in città – Milano rimane un chiodo fisso della sua attività politica. Non fosse altro perché lui è uno dei “big” ad ogni tornata elettorale.
Odiato dal centrodestra perché simbolo della “Milano arcobaleno”, mister preferenze nel centrosinistra, Pierfrancesco Majorino non si è fermanto nemmeno a Capodanno. Il 30 dicembre dall’Adriano Community Center, il nuovo “Covid Hotel” simbolo di Milano, ha partecipato all’incontro online “Salute al nuovo anno” organizzato dall’associazione “Prima la comunità” di Don Virgino Colmegna. Con ospiti come la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, Graziano Delrio, Elly Schlein, Patrizia Toia. È anche un modo per “contarsi”. E le preferenze perosnali di Majorino “contano” parecchio. Chi sarà l’erede dell’ex assessore alla Politiche sociali alle comunali del 2021? Le liste del centrosinistra in consiglio comunale sono piene zeppe di “majoriniani”. Un po’ di nomi? Lamberto Bertolè, Sumaya Abdel Qader, Alessandro Giungi, Diana De Marchi, Simonetta D’Amico, Angelica Vasile. A cui aggiungere sicuramente quelli di Daniele Nahum , non eletto nel 2016, ma animatore di “Casa Comune”, associazione fondata da Majorino stesso, e di Lorenzo Zacchetti, consigliere del Municipio 7 molto legato all’ex assessore. A chi lascerà il suo “tesoretto” di voti Pier? Farà campagna elettorale per qualcuno incoronando un erede? Oppure se la drovranno giocare senza padri e padrini e i voti andaranno a spalmarsi sui diversi nomi? Domande legittime a cui Majorino non ha ancora voluto dare una risposta definitiva.