Da Fincantieri all’Aeornautica Militare, da Leonardo alla European Space Agency, passando per Confindustria e altri soggetti istituzionali, come il Ministero della Difesa e la Presidenza del Consiglio dei Ministri: il portafoglio di Defence Tech, gruppo italiano attivo nei settori della Cyber Security, dei big data, dell’intelligence, dello spazio e della difesa nazionale, include clienti e partner di tutto rispetto.
Defence Tech, esordio a Piazza Affari nell’ottobre 2021
Ha esordito a Piazza Affari nell’ottobre 2021 ed è costituita dalla società principale, Defence Tech, che ricopre l’attività di holding, e da altre tre società operative, ovvero Donexit, Next e Foramil. La prima del trio è specializzata in tecnologie per la protezione di infrastrutture di interesse nazionale, con aree di competenza rintracciabili nella Cyber Security, nel Training & Simulation, nella System Integration e nella Difesa. Tra le competenze annoveriamo anche la progettazione e la fornitura di strumenti di protezione e tutela in ambito Smart City. Next mette in campo la sua esperienza nei settori della Difesa, dei Trasporti, dello Spazio e della Cybersecurity, mentre Foramil è invece specializzata in tecnologie elettroniche ed opera su tutto il territorio nazionale ed estero.
Numeri in crescita per Defence Tech
Unendo i punti, il gruppo progetta, realizza e certifica sistemi e software per la gestione di informazioni classificate e per tante altre attività legate al Cyber. Altri aspetti da evidenziare: sembra che Defence Tech stia passando da un modello di business basato sulla fornitura di servizi a uno dedicato alla fornitura di prodotti, e che la holding abbia intrapreso un percorso di crescita intenzionato a creare un polo di eccellenza per il settore, tanto a livello nazionale che internazionale. Nel 2020, la società ha terminato l’anno con 17,24 milioni di euro di ricavi, segnando un aumento del +7,2% rispetto ai 16,08 milioni del 2019; l’utile netto è stato di 796mila euro, contro i 435mila dell’anno precedente. Per quanto riguarda il primo semestre del 2021, i ricavi sono aumentati del 25,2% a 9,71 milioni di euro; allo stesso tempo, il margine operativo lordo è passato da 1.04 milioni a 3,19 milioni. I primi sei mesi sono terminati con un utile netto di 1,91 milioni di euro.
La strategia di Defence Tech in quattro mosse
In generale, la strategia di Defence Tech si concentra su quattro aree precise. La prima riguarda la ricerca, lo sviluppo e la formazione. Il gruppo ha intenzione di effettuare investimenti in risorse umane, ma anche in tecnologie per l’infrastruttura aziendale, per vari centri di ricerche e per tecnologie dedicate alla difesa di attacchi quantistici. La seconda area è inerente alle cosiddette operazioni straordinarie, un termine per indicare l’acquisizione di società italiane terze (da spin off a pmi innovative) che abbiano un alto contenuto tecnologico. Terza area strategica: ampliare la base dei clienti che, come abbiamo visto, può già considerarsi piuttosto solida. Qui l’intenzione è quella di penetrare ulteriormente nel mercato della cybersecurity, estendendo le offerte dei prodotti disponibili. L’ultima area è inerente alla comunicazione e al marketing per far conoscere il marchio sul mercato.
Cyber sicurezza: settore strategico di Defence Tech
Per quanto riguarda il business del gruppo, annotiamo sei aree strategiche: cyber security, tecnologie elettroniche, sistemi navali, avionici e di difesa, sistemi civili, infologistica e spazio.
In particolare, il cyber merita attenzione. La cybersicurezza è una materia sempre più strategica per lo sviluppo del perimetro di sicurezza nazionale delle principali potenze, e ciò vale anche per l’Italia. La costruzione del perimetro di sicurezza cybernetica, l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e una crescente consapevolezza delle minacce alla sicurezza nazionale potenzialmente correlate a infiltrazioni informatiche e data breach hanno portato il tema all’attenzione degli apparati politici e di difesa.
Cyber security: l’attenzione dell’Italia è sempre più alta
L’ascesa dell’azienda si pone dunque nell’onda di una generale crescita di rilevo dell’argomento su scala nazionale. Oggi sicuramente rispetto agli anni passati grazie a un lavoro di squadra molto forte tra apparati il sistema-Paese guarda alla cyber-security e alla cyber-defense, sia sul fronte pubblico che su quello privato, non più come a una componente residuale del perimetro di tutela delle organizzazioni ma come a uno scudo, all’aspetto centrale per tutelarne la sicurezza e la competitività all’interno di un contesto globale sempre più complesso. E in Defence Tech, come dichiarato a Inside Over da Pietro Forgione, Direttore Commerciale e Marketing e Direttore Area Cyber & Technologies del gruppo da poco quotato a Piazza Affari, questo è un volano fondamentale per il business.
Defence Tech è insomma in grado di fornire supporto per l’industria e i servizi operanti nel controllo del traffico aereo, dell’avionica, dei sistemi navali e della difesa, di collaborare con alcune delle maggiori realtà industriali per la realizzazione di sistemi complessi, spazio e infologistica.
Defence Tech e la corsa italiana alla frontiera delle nuove tecnologie
A gennaio Next Ingegneria dei Sistemi S.p.A., controllata dalla Defence Tech, ha superato brillantemente il processo di accreditamento del Centro di Valutazione (CE.VA.), che si occupa di verificare le condizioni di sicurezza e l’assenza di vulnerabilità di prodotti, apparati e sistemi utilizzati nelle infrastrutture e nelle reti di interesse nazionale. L’abilitazione del CE.VA. è il risultato dei recenti investimenti di Defence Tech per la predisposizione di aree tecnologicamente avanzate e l’assunzione di personale altamente qualificato. E mira a essere solo il primo passo di una corsa con cui l’azienda vuole essere protagonista nella corsa italiana alla frontiera infinita delle nuove tecnologie.