«Adesso però basta aspettare. Devono farci riaprire, o almeno devono spiegarci e darci una motivazione logica…». La frase di un noto dirigente di una nota squadra di calcio è di ieri, pronunciata a voce alta poco dopo che da Roma arrivava la notizia della decisione del Governo di togliere l’obbligo di mascherina all’aperto per tutti dall’11 febbraio (venerdì) per di più indipendentemente dalla colorazione delle singole regioni.
La motivazione di una reazione stizzita è molto chiara e la domanda, ad essere onesti, molto calzante. Che senso ha tenere gli stadi con capienza al 50% e palazzetti al 35% in un weekend dove si potrà girare senza mascherina? Ecco, che senso ha?
Allo stadio con la Ffp2, in centro senza mascherina
Non siamo scienziati o virologi ma difficile sostenere che andare allo stadio con la mascherina Ffp2 indossata sia più rischioso per il Covid che passeggiare per le vie del centro delle grandi città italiane senza mascherina (l’assembramento di persone tra San Siro e Corso Vittorio Emanuele è identico). Senza parlare poi della riapertura delle discoteche, vero, non al 100% ma al chiuso…
Inutile dire che vista la situazione complessiva una giornata in più con meno incassi dal botteghino per una società è come un bicchiere d’acqua mentre attraversi il deserto. Il discorso sul calcio è stato fatto già ma basta ad esempio portare il caso dell’Inter per cui la sfida di Champions League casalinga con il Liverpool del prossimo 16 febbraio vale 6 milioni di incasso con capienza al 100% contro i 3 per la capienza al 50%. Ma lo stesso dicasi per gli altri sport, soprattutto per gli altri sport come basket e volley ad esempio che per sopravvivere devono cercare di spremere il più possibile dal frutto dei biglietti.
La cosa ancor più strana è che, al momento, dal Governo non arrivino segnali, nemmeno di ascolto alle richieste del mondo dello sport. Dicono che un presidente di una importante Federazione abbia chiesto a Palazzo Chigi una sorta di deroga in vista di una prossima importante manifestazione, ricevendo nessuna risposta certa ma i soliti «ci faremo vivi…».
Che cosa ha da dire Valentina Vezzali?
Perché, si sa, la politica non è solo questione di logica e buon senso ma soprattutto di regole, di iter burocratici da seguire, di decreti bis o ter o chi più ne ha e più ne metta all’interno del quale anche la decisione più logica e rapida diventa una questione complessa.
Ma resta il problema: si stanno perdendo tempo e soprattutto tanti soldi come se la situazione non fosse drammatica. Invece lo è. Cos’ha da dire in merito la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali???