E se il futuro non fosse né dei cubicoli né degli open space? C’è vita in mezzo a questi due poli opposti dell’organizzazione della vita d’ufficio, ed è lì che dobbiamo guardare per creare luoghi di lavori migliori, diminuendo stress e rischio burnout. Secondo la rivista di design e arredamento FRAME, un luogo di lavoro migliore è possibile, e sì, sappiamo che lo avete sentito dire spesso, specie negli ultimi mesi, ma è bene ribadirlo con questa serie di “fondamentali” per gli headquarters del futuro. Innanzitutto, basta grigio: la moda delle piante in casa, che ha trasformato alcuni appartamenti “giusti” in giungle suburbane può essere eccessiva, ma in una certa misura un tocco di verde ha effetti benefici sull’umore di chi vive – o lavora – in quell’ambiente. Non è un investimento enorme, ne vale la pena. Torna poi la questione del “nuovo relax”, che va assecondato non con gelide stanzette con una sedia e una macchinetta del caffè, ma con luoghi isolati, silenziosi, dove fare una pausa – e, nelle aziende più grandi, magari fare yoga o meditazione. Al tempo stesso, però, è necessario anche accentrare gli spazi e le persone, evitando l’effetto di isolamento o disconnessione che alcuni grandi sedi possono creare. Divide et impera, quindi? Circa, con un po’ di verde e un’apertura verso l’esterno, che può favorire benessere e concentrazione per chi passa buona parte della propria vita in ufficio.