Solo il 15,5% delle startup in Europa è fondato da donne. Ma c’è un dato peggiore: in Europa centrale e orientale solo l’1% del capitale disponibile va a startup fondate da donne. Grande difficoltà nel ricevere i finanziamenti, quindi. Eppure, le imprenditrici appartenenti a quest’area geografica realizzano di più con il denaro che ricevono, superando gli uomini in termini di produttività del capitale. Per ogni euro di finanziamento ricevuto generano ben il 96% di entrate in più. Un indicatore evidenziato da EIT HEALTH, organizzazione che promuove lo sviluppo dell’innovazione sanitaria e che ha sostenuto l’ascesa di diverse imprenditrici dell’Europa centrale, orientale e meridionale nei settori della salute e delle biotecnologie.
“Mettere in luce le donne innovatrici non è solo fondamentale per le loro stesse start-up, ma aiuta anche a generare un impatto sociale più ampio per attrarre più donne nelle STEM e nell’innovazione“, ha dichiarato di recente Chiara Maiorino, Ecosystem Lead for Italy di EIT Health InnoStars.
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Startup fondate da donne, e pure mamme
Non esiste invece ancora un dato che possa quantificare quante donne imprenditrici siano anche mamme: “La mancanza di questo elemento statistico mostra come non sia di interesse indagare il connubio che lega imprenditoria e l’essere madri, sebbene sia invece un dato che potrebbe spingere molte donne a iniziare un progetto imprenditoriale e a vivere in modo differente la propria maternità”, sottolineano i fondatori di Startup Geeks, community e incubatore online di startup. Un’idea nata nel 2019 da Alessio Boceda e Giulia D’Amato, dopo aver letto un report che inseriva l’Italia al 25esimo posto in Europa in quanto a digitalizzazione. La coppia decide così di costruire una community di supporto per startupper e successivamente un incubatore online per aiutare gli imprenditori a dare vita al loro sogno. Il Italia il rischio di fallimento è ancora oggi quotato al 90%, nonostante le startup siano più di 10mila. In poco più di un anno, più di 1200 startup hanno aderito alla community Startup Geeks Premium e l’incubatore online, lo Startup Builder, ha invece incubato oltre 370 progetti d’impresa i cui migliori hanno anche raccolto oltre 3 milioni di euro di investimenti.
Startup fondate da donne: le storie
Tra i progetto sostenuti, anche diverse storie di donne che hanno deciso di dare una chance al loro progetto imprenditoriale e, allo stesso tempo seguire la nascita e la crescita di un figlio.
“Ma non ti senti in colpa?”
Levante è una startup green tech, che si occupa di pannelli fotovoltaici modulati, estendibili a origami e composti da materiali riciclati, fondata da Sara Plaga e da suo marito Kim-Joar Myklebust a giugno 2021. Insieme si sono dedicati al progetto mentre crescevano una figlia di un anno e mezzo e aspettavano la seconda in arrivo. Durante l’esperienza di Sara come startupper, spesso il senso di colpa si è manifestato: è da egoisti togliere del tempo al proprio ruolo di madre per lavorare al proprio progetto imprenditoriale? “Il pensiero di poter raccontare un giorno a mia figlia che, mentre era piccola, io ho avviato un’impresa da zero, mi riempie di orgoglio. Inoltre, sono convinta che la base di avere figli felici è che il genitore sia soddisfatto ed appagato, quindi un po’ di sano egoismo ci vuole”, racconta Sara Plaga.
Levante è stata selezionata – tra 200 startup candidate – come partecipante al programma di accelerazione green tech di CDP e LVenture e si è qualificata tra le 12 finaliste del round South Europe della competizione globale per startup Shelovestech 2021, la più grande competizione di startup al mondo per donne e tecnologia. Oltre a questo, la startup è stata selezionata tra i vincitori della call W4RES per WOMEN-LED PROJECTS, un progetto finanziato dall’UE che mira al coinvolgimento delle donne nel sostenere e accelerare l’adozione da parte del mercato delle fonti di energia rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento. A livello italiano Levante ha scelto di depositare il proprio brevetto, che è stato successivamente esteso a livello internazionale.
“I bambini hanno bisogno della mamma”
Le donne scelgono di essere imprenditrici perché desiderano far valere le loro competenze, perché hanno fatto le giuste analisi e sanno che la propria idea imprenditoriale può avere un mercato disponibile a renderla reale. Ma niente si fa da sole: il supporto degli altri non deve mai mancare.
Secondo Olga Puccioni, CEO e fondatrice di Optimens, startup che opera nel settore delle neuroscienze cognitive e che ha come obiettivo lo sviluppo di soluzioni per contrastare l’impatto del declino cognitivo legato all’invecchiamento, è però importante sottolineare che la famiglia fornisce un prezioso supporto, ma non una gentile concessione a svolgere l’attività imprenditoriale.
“Non mi sento “aiutata” da mio marito: piuttosto, io e lui ci dividiamo i compiti familiari, che nel complesso sono miei come suoi, in modo che essi non pesino troppo sulle nostre rispettive attività lavorative”, spiega. Secondo lei, ad esempio, sarebbe necessario sfatare il luogo comune secondo cui i bambini, di default, “cercano la mamma” quando invece ciò di cui hanno bisogno è cura, attenzione e relazioni, indipendentemente da quale sia il genitore che le offre.
“Purtroppo, ancora oggi ci sono reazioni di ammirazione o, al contrario, di disaccordo, se capita che i bambini siano a casa con il papà quando la mamma è fuori città per lavoro. Mentre che avvenga il contrario non desta nessuna meraviglia”.
A dicembre 2021 Optimens è stata una delle startup vincitrici del contest GoBeyond, di Sisal e CVC Capital Partners, che supporta le iniziative con un alto potenziale innovativo nel trasformarsi in un progetto di valore. Olga e il suo team hanno ricevuto il premio dedicato all’imprenditoria femminile, promosso da Angels4Women, aggiudicandosi un percorso di accelerazione di Impact Hub Milano.