I referendum sulla giustizia approvati dalla Corte Costituzionale saranno accorpati assieme alle elezioni comunali. Lo ha deciso la Camera dopo la votazione di un ordine del giorno.
Referendum giustizia e comunali 2022: si va verso l’election day
Alla Camera dei Deputati, a larghissima maggioranza, è stato approvato un ordine del giorno alla legge di conversione del decreto Milleproroghe che va ad incidere sui prossimi impegni elettorali. Ma cosa chiedeva l’ordine del giorno leghista (che aveva come primo firmatario il parlamentare Igor Iezzi)? Impegnare il governo a prevedere che “le elezioni amministrative 2022 e i referendum sulla giustizia si svolgano in un’unica tornata”. Il documento messo in votazione è stato votato a larghissima maggioranza (372 sì e sette no) e ciò comporterà probabilmente una nuova giornata di election day.
Ordine del giorno: la richiesta al Governo
L’ordine del giorno approvato dal Governo recita che “La coincidenza del periodo in cui dovranno essere tenute le consultazioni elettorali e referendarie dovrebbe portare il governo a optare per un ragionevole accorpamento delle rispettive date, in modo tale da facilitare la partecipazione popolare e, al contempo, semplificare le procedure e contenere i costi”. Accorpare i referendum con le elezioni amministrative, come è noto, non solo tende ad accrescere la partecipazione al voto ma permetterebbe di risparmiare circa 200 milioni di euro.
Secondo la legge, inoltre, i referendum dovranno tenersi tra il 15 aprile e il 15 giugno mentre all’inizio di giugno sono previste le elezioni amministrative in circa mille comuni. È probabile, quindi, che l’election day sia a fine maggio/inizio giugno.
Referendum, a rischio il quorum
C’è però un’altra questione sullo sfondo: il raggiungimento del quorum per quanto riguarda i referendum è fondamentale per renderli valido. Ciò che spera la Lega è che l’election day possa favorire il raggiungimento del quorum (cinquanta per cento più uno dei votanti) ma non è detto che questo accada. I comuni capoluogo chiamati al voto, infatti, sono medi-piccoli e i temi proposti dai referendum sono poco sentiti dalla popolazione rispetto ad altri bocciati dalla corte (come quello su Cannabis o Eutanasia legale).