Lukashenko: chi è. Presidente della Bielorussia dagli inizi degli anni 90′. Con l’invasione della Russia in Ucraina si è esposto come possibile alleato di Putin contro l’Occidente.
Lukashenko: chi è
Aleksandr Lukashenko è nato il 31 agosto del 1954 nella città di Kopys. Ha conseguito due lauree: la prima, nel 1975, presso l’Università Pedagogica Statale di Mogilev e la seconda, nel 1985, presso l’Accademia Agraria Bielorussa. Dalla metà degli anni settanta ha avuto esperienza cinque anni nell‘esercito ed ha inoltre ricoperto il ruolo di istruttore nella sezione affari politici. In seguito è entrato nel Komsomol (organizzazione giovanile del Partito Comunista) ed in alcune organizzazioni locali. Tra il 1982 ed il 1990 ha ricoperto ruoli dirigenziali nelle fattorie collettive statali, Kovkhoz, ed in alcune industrie. Nel 1990 è stato eletto al Parlamento della Repubblica Socialista Sovietica di Bielorussia.
Nella sua ascesa al potere ha sempre offerto un’immagine di se stesso pacata e tranquilla. Probabilmente questo suo atteggiamento gli è valso poi la vittoria come presidente della Bielorussia nel 1994.
Nel 1996 Lukashenko e Boris Yeltsin, Presidente della Federazione Russa, siglarono il “Trattato per la Formazione di una Comunità”. L’accordo promuoveva il coordinamento dei due Paesi in ambito politico ed economico e dava vita ad un Consiglio Supremo e ad un Comitato Esecutivo comuni (privi di particolari poteri). Nel 1997 si giunse ad una seconda firma che portò alla nascita dell’Unione tra Russia e Bielorussia, rafforzava la cooperazione in ambito economico e nella sicurezza e ribadiva l’obiettivo di giungere all’adozione di una valuta comune.
Nel 2015 ha ottenuto il quinto mandato presidenziale, ricevendo l’83,4% dei consensi, riconfermato alle consultazioni dell’agosto 2020 con l’80,2% dei voti.
Lukashenko: Putin e Zelensky
La Bielorussia con Luhashenko è diventata nel corso degli anni una sorta di Paese satellite della Russia. Questo sta creando ancora più tensioni con lo scoppio della guerra in Ucraina, l’invasione della Russia e le sanzioni della Nato.
Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha detto chiaramente: “Siamo d’accordo con Putin di impiegare queste armi, che faranno passare ai polacchi e ai lituani la voglia di fare la guerra”.
Lukashenko, in una telefonata con il presidente francese Macron, ha detto di essere pronto a schierare le atomiche russe a Minsk, qualora gli Stati Uniti o la Francia piazzassero le loro in Polonia o Lituania. “Le sanzioni – ha aggiunto il presidente bielorusso – stanno spingendo la Russia verso una terza guerra mondiale. Quindi dobbiamo mostrare moderazione per non finire nei guai. Perché una guerra atomica sarebbe un disastro”.
“L’Ucraina – ha detto Zelensky presidente dell’Ucraina- è aperta ai negoziati con Mosca, ma non in Bielorussa respingendo così la proposta avanzata dal Cremlino. Vogliamo questo incontro, vogliamo parlare, vogliamo che la guerra finisca. Varsavia, Bratislava, Budaspest, Istanbul, Baku. Le abbiamo proposte tutte ai russi. Sì, e qualsiasi altra città di un Paese che non ci lancia missili contro ci andrebbe bene”.
Nucleare e guerra mondiale
Il presidente dell’Ucraina, ha aggiunto: “La Bielorussia non è Lukashenko o Putin. Siate bielorussi, non russi. Fate questa scelta oggi“. La Bielorussia è chiamata al referendum costituzionale che prevede tra l’altro la fine dell’obbligo di neutralità nucleare.
Sulle armi nucleari e il possibile scoppio della guerra mondiale, dopo l’invasione della Russia in Ucraina, il presidente della Bielorussia ha dichiarato: “Le armi nucleari saranno nuovamente schierate in Bielorussia, se l’Occidente collocherà tali armi vicino ai confini del nostro Paese. Ieri, parlando con Emmanuel Macron, ha iniziato a parlarmi del referendum, ma nell’ambito del dispiegamento di armi nucleari. Io ho detto: ‘Emmanuel, se fosse necessario schierare armi nucleari, le dispiegheremmo secondo questa Costituzione’. Nessuno interferisce con noi in questo”.