Lucio Dalla, morte: sono trascorsi 10 anni ma il suo genio e la sua musica sono sempre vivi. I suoi testi continuano a raccontare la realtà quasi come se fossero una profezia, a volte terribile altre piena di speranza.
Lucio Dalla, morte: 10 anni senza la sua follia
Lucio Dalla è stato un folle e un genio della musica italiana. Le sue canzoni, i suoi testi e la sua musica sono poesia e prosa al tempo stesso, sono veicoli di messaggi immortali che dalla sua musica arrivano a tutti.
Il primo marzo 2012, a Montreaux, al festival jazz, il cantante, cantautore e il musicista veniva stroncato da un infarto all’Hotel Plaza. Aveva 69 anni. Ci sono tanti capolavori nella sua discografia e nella sua grande carriera da artista a tutto tondo.
Verrà ovviamente celebrato in questo primo marzo nella sua Bologna ma non solo. A Sorrento, lo street artist Jorit ha realizzato, per i 10 anni dalla sua morte, un gigantesco murales a pochi passi dalla stazione per omaggiare il grande artista.
La canzone “Futura” attualissima sulla guerra in Ucraina
Con lo scoppio della Guerra in Ucraina e con due super potenze mondiali avversarie ancora una volta, Russia e Stati Uniti, torna in mente la canzone di Lucio Dalla “Futura”. Nel testo c’è proprio un passaggio che fa riferimento ai due Paesi:
I russi, i russi, gli americani
No lacrime, non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani
Nascerà e non avrà paura nostro figlio
E chissà come sarà lui domani
Su quali strade camminerà
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
L’artista bolognese in una vecchia intervista parlando del brano spiegava: “Futura” è una canzone di speranza, simbolo di un futuro si spera migliore ed è il simbolo di un amore. la canzone fa parte dell’album “Dalla”, anzi, per la precisione lo chiude quell’album dell’80, pubblicato quindi 9 anni prima della caduta del Muro di Berlino”.
Una canzone nata e scritta in mezz’ora a Berlino come lo stesso artista ha raccontato: “Il testo di Futura nacque come una sceneggiatura, poi divenuta canzone. La scrissi una volta che andai a Berlino. Mi sedetti su una panchina e mi accesi una sigaretta. Poco dopo Phil Collins si sedette nella panchina accanto alla mia e anche lui si mise a fumare una sigaretta. Mi venne la tentazione di avvicinarmi a Collins per conoscerlo, per dirgli che anch’io ero un musicista. Ma non volli spezzare la magia di quel momento. Rimanemmo mezz’ora in silenzio, ognuno per gli affari suoi. In quella mezz’ora scrissi il testo di Futura, la storia di questi due amanti, uno di Berlino Est, l’altro di Berlino Ovest che progettano di fare una figlia che si chiamerà Futura”.
Chi sa che Putin e Biden seduti su una ipotetica panchina, in silenzio, possano mettere fine a queste guerra per scrivere un futuro diverso fatto di pace e amore, come Dalla se lo immaginava quel giorno seduto su quella panchina di Berlino.
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