Centrali nucleari in Ucraina: quali sono, quante sono e cosa si rischia. Cresce la preoccupazione in Europa dopo gli ultimi attacchi dell’esercito russo agli impianti di Zaporizhzhia e Yuzhnoukrainsk. Ecco i possibili nuovi bersagli del Cremlino e i rischi collegati ad eventuali attacchi.
Centrali nucleari in Ucraina: quante e quali sono?
Negli ultimi giorni il conflitto tra Russia e Ucraina ha raggiunto un nuovo grado di gravità. Gli attacchi russi alle centrali nucleari di Zaporizhzhia e Yuzhnoukrainsk fanno crescere in Europa il timore di una nuova Chernobyl. Secondo Zelensky l’esercito del Cremlino non ha intenzione di fermarsi: “Con 15 reattori rischio per tutta Europa, i russi avanzano verso il terzo impianto. Potrebbe causare un disastro nucleare con ramificazioni per l’intero continente”. Sono ben 15 infatti i reattori attivi che danno energia all’Ucraina, divisi in quattro centrali nucleari attive. Questi impianti soddisfano oltre la metà del fabbisogno energetico del paese, per una produzione totale di 13.700 megawatt.
L’impianto di Zaporizhzhia, ormai in mano russa, è il più grande d’Europa ed è inoltre una delle dieci centrali nucleari più grandi al mondo. Ha sei reattori, ognuno dei quali produce 950 megawatt, per un totale di 5700 MW. Si trova nel Sud-Est dell’Ucraina, sulle rive del bacino idrico di Kakhovka. A Yuzhnoukrainsk, nella provincia di Mykolaiv, si trova la Centrale del Sud, il secondo sito nucleare più grande del paese, con tre reattori VVER-1000 e una potenza di 2850 MW. A Varash, nell’area Nord-Ovest del paese e pericolosamente vicina ai territori occupati dai russi, si trova la Centrale di Rivne, anche nota come Rovno. Ha quattro reattori: due VVER-440 e due VVER-1000, per una potenza complessiva di 2.657 MW. Poco distante, vicino Netishyn, c’è la centrale di Khmelnytskyi, dotata di due reattori VVER-1000 e in attività dal 1987.
Gli attacchi dei russi: cosa si rischia in Europa?
Le continue offensive dell’esercito di Vladimir Putin verso le centrali nucleari sono un tentativo di mettere ulteriore pressione sul popolo ucraino. Avere il controllo sulla corrente elettrica del paese potrebbe essere un fattore fondamentale nella riuscita dell’operazione militare dello zar. D’altro canto, gli attacchi agli impianti presentano rischi seri per l’intera Europa. Sono in molti a temere che un minimo passo falso possa portare al ripetersi della tragedia di Chernobyl. L’esplosione dell’impianto il 26 Aprile 1986 creò una diffusione in aria di una quantità incredibile ed estremamente preoccupante di materiale radioattivo. Dopo l’incidente si è parlato di 4.000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per l’esposizione nel solo periodo 1992-2002. Secondo il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, un’incidente simile alla centrale di Zaporizhzhia avrebbe provocato una distruzione “sei volte superiore a Chernobyl”.