Sciopero pescatori: per un’intera settimana ci sarà lo stop del commercio in mare nella maggior parte dei porti in Italia. Una protesta che nasce contro l’aumento del costo del carburante che evidentemente non ha colpito solo gli automobilisti.
Sciopero pescatori: rischio stop
La guerra in Ucraina ha comportato diverse conseguenze economiche in Europa e in particolare in Italia. Si parte del caro carburante fino allo sciopero dei pescatori.
L’Associazione Produttori Pesca comunica con una nota lo sciopero: “Il caro gasolio non permette più di sostenere l’attività di pesca. Il comparto ha deciso di fermarsi”. L’idea dello stop è partita da Francesco Scodella, presidente Associazione armatori Pescara “La protesta è legata a più di una questione” . Dunque, le conseguenze della guerra in Ucraina stanno colpendo diversi settori economici e commerciali in Italia.
I pescatori si fermano per una settimana
Così per tutta la settimana dal 7 al 13 marzo i pescherecci delle marinerie italiane non usciranno in mare. I dettagli dello sciopero sono stati spiegati sempre dal presidente dell’Associazione armatori Pescara: “Le barche non usciranno per la pesca da dopo la mezzanotte di domenica per protesta contro l’aumento del costo del gasolio che è la goccia che ha fatto traboccare il vaso – aggiunge Scordella – Il carburante è sempre in aumento. Ora è scoppiata la guerra, ma ci sono davvero tanti altri problemi per tutti i settori che lavorano con l’energia come noi – ha rimarcato Scordella – Noi lavoravamo, dall’inizio della pandemia, con il gasolio a 30 centesimi. Piano piano il costo è aumentato ed è arrivato ad 1 euro e 10 oggi. Più che raddoppiato se non triplicato. Ora le barche più grandi in mare consumano 2.500 euro al giorno rispetto alle mille di prima – ha detto l’armatore ribadendo – Nessuno va in mare da domani notte”.
LEGGI ANCHE: Carburante, prezzi in aumento: a Milano benzina quasi a 5 euro a litro