Inizio dei lavori nel 2023, fine (inderogabile) entro il 2026. Il motivo? Solo così Firenze potrà ricevere i 95 milioni del Pnrr stanziati per contribuire in maniera fattiva alla ristrutturazione dello stadio Franchi e non rischiare di trovarsi un buco in bilancio, mettendo a rischio tutta l’operazione. Il sindaco Nardella e i suoi uomini vanno di fretta. La gara internazionale, cui si sono presentati in 31, ha partorito il progetto prescelto firmato dall’architetto Hirsch dello Studio Arup Italia; presentato in pompa magna nel salone dei Cinquecento per il momento è il solito rendering pieno di buoni propositi ma nella testa dei committenti – pubblici – dovrà a breve trasformarsi in un vero e proprio piano esecutivo perché le scadenze dettate dall’Europa sono rigide.
La storia dello stadio Franchi di Firenze
E’ una strana storia quella dello stadio in cui gioca le partite casalinghe la Fiorentina di Rocco Commisso. Il patron viola, sbarcato in Italia nel giugno 2019, aveva messo subito sul piatto la necessità di poter investire sul mattone stanziando 300 milioni di euro per un impianto di proprietà e un altro centinaio per il nuovo centro sportivo all’avanguardia a Bagni di Ripoli. Il secondo progetto avanza, sul primo il buon Rocco si è scontrato con politica e burocrazia made in Italy come già prima di lui James Pallotta a Roma e tanti altri. Il Franchi non glielo hanno fatto toccare perché vincolato dalla Soprintendenza e pretendere che un privato lo ristrutturasse facendosi scrivere il progetto dai funzionari pubblici era davvero troppo. Altre soluzioni sono state soffocate in un intreccio di veti e richieste economiche eccessive.
Alla fine si è tornati al punto di partenza ma con una novità. L’impianto del Nervi, un capolavoro del Novecento non più funzionale per le esigenze di un club calcistico, lo risistema direttamente il Comune di Firenze e poi la Fiorentina lo avrà in concessione. Il costo? Circa 190 milioni di euro compresa la riqualificazione del quartiere di Campo di Marte e di questa cifra ben 95 milioni sono garantiti dal Pnrr. Soldi pubblici al posto di quelli privati offerti da Commisso che voleva avere mano libera senza dover necessariamente tenere su le scale elicoidali dietro le curve (considerate bene vincolato).
Rocco Commisso si è arreso
Rocco non l’ha presa bene, arrivando a definire lo stadio in maniera poco urbana tanto da rischiare una querela dagli eredi del Nervi. Si è, però, dovuto arrendere all’evidenza che in Italia funziona così. La storia, però, non è finita perché la riqualificazione del Franchi non ha preso soldi del Pnrr destinati allo sport (una briciola nel mare di miliardi in arrivo in Italia), ma è stata inserita nel capitolo dei beni culturali insieme ad altri 13 progetti che con il calcio, giustamente, non hanno nulla a che fare. Può sembrare un controsenso ma è così.
Una soluzione considerata accettabile sia dal Governo Draghi che dai (tanti) sponsor politici di Firenze che nei palazzi romani non mancano. Ora, dunque, via all’ultima fase sempre che qualcuno degli sconfitti non si metta di traverso con la solita trafila di ricorsi. La data cerchiata sul calendario fiorentino è il 2026 e non sono ammessi ritardi. Per una volta sono tutti d’accordo. Si spera.