Il generale Figliuolo sarà scelto come commissario straordinario per l’emergenza alluvione in Emilia Romagna dal Governo Meloni.
Dopo il ping pong relativo alla scelta o meno come commissario del presidente di regione Stefano Bonaccini, il Governo Meloni ha optato per dare tale incarico ad un tecnico.
Commissario straordinario per l’emergenza alluvione, Meloni punta sul Generale
La nomina del Generale sarà formalizzata durante il consiglio dei ministri martedì 27 giugno e con questo incarico il generale dovrà gestire almeno 2,2 miliardi di euro destinati alla ricostruzione delle aree colpite dal maltempo.
Generale Figliuolo, chi è il commissario straordinario per il Coronavirus
Il generale Francesco Paolo Figliuolo era anche stato commissario straordinario per l’emergenza coronavirus. Nel corso della conferenza di presentazione del suo libro, Un italiano, scritto a quattro mani con Beppe Severgnini. aveva affermato che “Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico. Di cose da fare ne ho perché sono il comandante operativo di vertice interforze. Se vedete quello che sta succedendo oggi nel mondo penso che di cose da fare ne ho. Da me dipendono tutte le forze nelle missioni operative, sia in Italia che all’estero. Ci sono 37 missioni in atto, tre in Italia e 34 che spaziano in tutte le aree del mondo“.
Sulla guerra in Ucraina: “Monitoriamo la situazione”
Nel corso della presentazione del suo libro, il generale Figliuolo ha parlato anche della guerra in Ucraina, in relazione ai provvedimenti presi dall’esercito italiano. “Abbiamo attivato i nostri comandi.” -ha spiegato ai giornalisti- “Al Covid c’è un team di crisi che è permanente, attivato per seguire l’evoluzione. Abbiamo incrementato tutto il nostro dispositivo e la prontezza delle nostre forze terrestri, aeree e navali. Per esempio abbiamo raddoppiato il dispositivo di vigilanza aerea in Romania e messo in campo le misure di risposta alla crisi così come arrivano per il tramite del consiglio dell’alleanza atlantica e del comandante supremo della Nato. Questo dal punto di vista militare. Sin dall’inizio della crisi sfociata in una guerra di aggressione l’Italia ha monitorato la situazione. C’è un’interlocuzione continua con il ministro Lorenzo Guerini e con il capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone con cui seguiamo costantemente l’evolversi degli avvenimenti“.