Chelsea, Abramovich non può più investire e guadagnare dal club inglese. Sono arrivate limitazioni importanti che hanno messo alle strette la società. Fino a giugno allenatori e giocatori dovranno rivedere le abitudini se vogliono continuare a giocare per la squadra londinese.
Chelsea, Abramovich non ha più soldi
Dopo aver congelato beni, conti e sponsor, il Chelsea continuerà a giocare con la forza economica presente e a disposizione. Non potranno entrare nuovi utili finché saranno previste le sanzioni economiche contro la Russia.
Martedì 15 marzo Roman Abramovich è stato, infatti, inserito nella lista nera dell’Unione Europea. L’articolo 2 del Regolamento del Consiglio europeo prevede che siano “congelati tutti i fondi e le risorse economiche appartenenti a persone fisiche, enti o organismi ad essi associati”, e che questi non debbano “essere messi, direttamente o indirettamente, a disposizione di persone fisiche, enti o enti ad essi collegati, né svincolati a loro vantaggio”. Tuttavia, nel Regno Unito ai Blues è stata concessa una deroga governativa per continuare ad operare, seppur con delle limitazioni.
I giocatori si spostano in bus e non l’aereo per la trasferta
Mercoledì 16 marzo, il Chelsea sarà in scena in Francia contro il Lille il ritorno degli ottavi di Champions League. Per questa partita sarà tutto come programma perché le sanzioni sono venute dopo. Ciò che cambia sono tutte le trasferte, in particolare, da dover affrontare.
Sabato pomeriggio, la squadra dovrà recarsi a Middlesbrough per la gara di FA Cup. I costi devono essere contenuti e la squadra dovrà accontentarsi di viaggiare con ogni probabilità in bus (col treno in alternativa), organizzando il percorso senza sforare il tetto di 20 mila sterline (circa 24 mila euro) imposto nella licenza speciale. Saranno circa 10 ore tra andata e ritorno.
Il tecnico Tuchel ha dichiarato in conferenza stampa, alla vigilia della gara contro il Lille, che si continuerà con questi colori fino a giugno: “Giocheremo fino a quando avremo le maglie per farlo e come squadra saremo competitivi sempre. Non è una questione di lusso o altre comodità a cui non vogliamo rinunciare – ha spiegato l’allenatore in conferenza stampa -. Ma siamo atleti professionisti, giochiamo partite a distanza di pochi giorni le une dalle altre e abbiamo anche bisogno di riposo. Così invece non è possibile col rischio di avere infortuni. Per questo sarebbe stato meglio arrivare in aereo piuttosto che in bus”.
Belle parole anche dal giovane Havertz: “Non sarebbe un problema se dovessimo pagarci le trasferte, sia in autobus oppure in aereo. Al mondo in questo momento stanno accadendo cose più grandi e complicate di noi che giochiamo a calcio”. Segno che i calcio non è solo soldi e potere.
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