Il calcio ha poca memoria. Un celebre adagio popolare che però ciclicamente trova conferma nel rutilante mondo del pallone. Bastano poche settimane a far cambiare diametralmente opinione e a ribaltare valori e risultati conseguiti nei mesi precedenti. L’ultimo caso a suffragare questa è tesi riguarda l’allenatore dell’Inter Simone Inzaghi, passato da intoccabile a capro espiatorio della crisi che attanaglia i nerazzurri, scivolati dal primo al terzo posto nell’ultimo mese. Sette punti ottenuti nelle ultime settimane gare (battendo solo la cenerentola Salernitana…) sono un ruolino da zona salvezza, non degno di chi vuole vincere lo scudetto. Una frenata che sta costando cara all’ex capolista scavalcata in classifica da Milan e Napoli.
Simone Inzaghi sotto processo
Scenario inimmaginabile soltanto un mesetto fa, quando i nerazzurri si erano presentati al derby della Madonnina con 7 lunghezze di vantaggio. La doppietta di Giroud rischia di essere, in negativo, la sliding doors della stagione per l’Inter. E allora vai con i processi all’allenatore piacentino, sotto accusa per i mancati cambi di modulo nel momento in cui si è trovato senza Marcelo Brozovic contro Torino e Fiorentina. Gare terminate entrambe con due balbettanti pareggi per 1-1. Le titubanze dei Campioni d’Italia fanno riflettere tifosi e addetti ai lavori, ma pure dalle parti di viale della Liberazione.
Prima di Natale il management interista aveva iniziato a dialogare per il prolungamento del contratto del tecnico fino al 2024 con opzione per il 2025 e conseguente ritocco dell’ingaggio dagli attuali 4 a 5 milioni netti più bonus. Quella che fino a qualche settimana fa sembrava una pura formalità, adesso sarebbe oggetto di valutazioni e non verrebbe più considerata una decisione definitiva bensì da ponderare. Se l’Inter non dovesse vincere lo scudetto e chiudere magari addirittura al terzo posto, sarebbe giusto rinnovare il contratto ad Inzaghi oppure sarebbe il caso di guardarsi intorno?
Simone Inzaghi, i tifosi dell’Inter sono spaccati
I tifosi sui social sono spaccati in due fazioni. Nei giorni scorsi intanto alla dirigenza nerazzurra è stato proposto il nome di Roberto De Zerbi, che sarà libero da ogni vincolo con lo Shakhtar. Allenatore giovane e brillante che rappresenterebbe una svolta verso il calcio offensivo europeo, ma al tempo stesso una scommessa dato che in Italia non ha mai guidato una big.
Ecco perché Inzaghi può (almeno per il momento…) continuare a dormire tutto sommato sogni tranquilli. Ma se vorrà aprire un ciclo a Milano e restare più di un biennio (il suo contratto scade il 30 giugno 2023) dovrà dare una sterzata all’attuale stagione, lottando quantomeno per lo scudetto fino all’ultimo. Vincere la seconda stella resta l’obiettivo principale del club, nonostante le cessioni eccellenti operate da Suning in estate. Al netto di tutto ciò, infatti, la rosa interista resta la più forte del torneo.
E allora tutto dipenderà da Inzaghino, che adesso è a -6 dal Milan ma con una partita in meno. Potenzialmente la distanza dalla vetta è solo di 3 punti con ben 8 gare ancora da giocare, nelle quali il trainer interista si giocherà anche un pezzo del proprio futuro…