Il primato è dei Cinque Stelle. Dal 2018, anno delle elezioni che gli consegnarono la maggioranza dei seggi in Parlamento, ad aver salutato il Movimento sono stati in cento tra deputati e senatori. Il cambio di casacca è uno sport tra i più praticati in Italia e il mercato ha registrato negli ultimi mesi una impennata. Comprenderne la ragione non è difficile: le elezioni si avvicinano e con la riduzione dei seggi sarà sempre più difficile essere rieletti nella stessa formazione perché bisognerà lasciare spazio ai big di partito.
Dal 2018 311 cambi
Bene lo sanno, per esempio, i pentastellati eletti a Foggia, che hanno accolto con molto malumore la probabile candidatura nel loro collegio di Giuseppe Conte, che ha cominciato a fare gioco di sponda col governatore pugliese Michele Emiliano, per garantirsi quel seggio in Parlamento che non ha mai occupato. A cambiare il gruppo parlamentare, si legge nell’approfondimento pubblicato dal sito Openpolis, nei primi mesi di quest’anno sono stati in 24 tra deputati e senatori per un totale di 34 riposizionamenti. Dal 2018 a oggi i cambi in totale sono stati 311, per una media di circa 6,5 al mese.
Disparità tra Camera e Senato
Alla Camera i deputati coinvolti sono stati 144 per un totale di 191 cambi di gruppo. Al Senato invece i riposizionamenti totali sono stati 119 e hanno visto protagonisti 72 senatori. La disparità tra il numero di cambi di gruppo complessivi e quello dei parlamentari coinvolti si spiega col fatto che un esponente politico può anche cambiare più di un gruppo durante la legislatura. Ci sono stati dei momenti nella vita parlamentare che hanno fatto registrare più “transiti”: l’elezione in gennaio del Presidente della Repubblica, la nascita del governo Draghi nel febbraio 2021, il passaggio dall’esecutivo gialloverde del Conte I a quello giallorosa del Conte II poco prima dello scoppio della pandemia. Come abbiamo già anticipato, i cambi di gruppo avvenuti nel primo trimestre del 2022 sono stati 34. C’è però una discrepanza tra i riposizionamenti conteggiati e i parlamentari coinvolti.
L’operazione politica durata un giorno
Spiega Openpolis: “Ciò è dovuto al fatto che 10 senatori si sono resi protagonisti di un’operazione politica durata solamente un giorno. A palazzo Madama infatti alla fine di gennaio (nelle fasi più concitate delle operazioni per l’elezione del nuovo presidente della
repubblica) si è costituito un nuovo gruppo denominato Costituzione, ambiente, lavoro – Italia dei valori (Cal-Idv). La nuova formazione era composta, con la sola eccezione di Rosellina Sbrana, da ex esponenti del Movimento 5 stelle: Elio Lannutti, Rosa Silvia Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado, Mattia Crucioli, Fabio Di Micco, Bianca Laura Granato, Barbara Lezzi e Cataldo Mininno. Questa formazione era stata creata con l’obiettivo di sostenere la candidatura al Quirinale di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Un’ipotesi che a un certo punto è apparsa molto concreta. Tanto che, al quinto scrutinio, la presidente del senato era arrivata a racimolare 382 voti. Non sufficienti però per essere eletta. Tramontata questa ipotesi il gruppo si è sciolto e i suoi iscritti sono tutti rientrati nelle componenti da cui provenivano”.
Il gruppo Coraggio Italia alla Camera
Particolarmente coinvolto dal fenomeno “migratorio” è stato il gruppo di Coraggio Italia alla Camera. La formazione politica lanciata dal presidente della Liguria Giovanni Toti e dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro infatti tra gennaio e marzo 2022 ha registrato un saldo negativo con 2 nuovi ingressi e 3 abbandoni. Tra questi quello di Osvaldo Napoli, che è andato a ingrossare la pattuglia parlamentare di Azione di Carlo Calenda, che pesca a piena mani tra gli ex deputati di Forza Italia. Napoli, 77 anni – ex Dc, poi Forza Italia, Pdl, ancora Forza Italia, Cambiamo e Coraggio Italia si è detto “mosso da una profonda convinzione ideale”.
C’è chi va e chi viene
E’ tornato sotto le insegne azzurre Matteo Dell’Osso, che era passato al gruppo misto, da dove è arrivato in Forza Italia anche il senatore Saverio De Bonis, insieme a Gelsomina Vono, transfuga da Italia Viva.
Spesso, spiega Openpolis, “la scelta di aderire al misto è solo temporanea. Abbandonare una forza politica infatti può essere anche un passaggio difficile da gestire. Molti parlamentari quindi preferiscono effettuare prima un passaggio intermedio, aderendo al misto per un periodo più o meno lungo prima di approdare alla destinazione finale. Ciò con l’obiettivo di rendere il cambio di gruppo meno traumatico, sia agli occhi degli elettori che a quelli degli alleati (o ex alleati). Nonostante il grandissimo numero di abbandoni, il Movimento 5 stelle rimane comunque la forza politica di maggioranza relativa. I pentastellati infatti rappresentano da soli il 24% circa dell’arco parlamentare (156 deputati e 73 senatori). Al secondo posto troviamo la Lega (133 deputati e 63 senatori), al terzo il Partito democratico (97 deputati e 39 senatori). Fratelli d’Italia, unico gruppo politico interamente all’opposizione, rappresenta circa il 6% dei seggi (37 deputati e 21 senatori).
Protagonisti ex appartenenti ai Cinque Stelle
Un elemento significativo che emerge dall’analisi di questi spostamenti, conclude l’analisi Openpolis, “riguarda il fatto che quasi tutti hanno visto come protagonisti ex appartenenti al Movimento 5 stelle. Alcuni hanno lasciato direttamente i gruppi pentastellati. All’onorevole Ianaro infatti si aggiungono anche Bernardo Marino (passato al misto) ed Elvira Evangelista (passata a Italia Viva). Altri invece provengono da gruppi diversi ma avevano iniziato la legislatura nel M5s. Questo dato evidenzia la difficoltà di chi è uscito dal movimento a trovare una nuova collocazione politica. Una dinamica che influisce negativamente sulla stabilità del parlamento”.