La finale della Coppa Italia tra Juventus e Inter promette di diventare l’evento televisivo dell’anno con un ascolto sopra i 10 milioni e audience da far lucidare gli occhi ai dirigenti di Mediaset. Che già da qualche mese hanno capito di aver fatto un affare nello strappare i diritti tv della ex cenerentola della programmazione calcistica italiana alla Rai. Ascolti superiori alla stessa Champions League in chiaro, grandi sfide dai quarti di finale in poi e un format che non protegge solo il cammino delle grandi, ma anche l’investimento dei broadcaster che sanno di trovarsi per le mani un gioiellino da marzo in poi, quando si entra nel vivo.
Ascolti da record anche per le semifinali
Le semifinali lo hanno confermato. La doppia sfida tra Inter e Milan, che ha spedito la squadra di Inzaghi all’Olimpico il prossimo 11 maggio, è stata vista complessivamente da quasi 13 milioni di persone. La gara di ritorno ha sfiorato il 30% di share (28,9%) su Canale 5, numeri che l’ammiraglia Mediaset non è più abituata a registrare in questa epoca in cui lo streaming si sta mangiando una buona fetta dell’utenza, rendendo meno centrale la televisione di casa.
Anche il doppio Fiorentina-Juventus non ha deluso, anzi: 12 milioni di telespettatori complessivi e audience mai sotto il 24%. Se si aggiunge che a gennaio la Supercoppa Italiana (sempre tra Inter e Juventus), facente parte del pacchetto del bando della Lega Serie A, ha regalato un prestigioso 7.890.000 di audience con oltre il 33% di share, il quadro è chiaro e fa capire perché le aspettative per la finale di Coppa Italia siano altissime.
Il format perfetto per chi spende denari
Del resto, il tanto criticato format del torneo è perfetto per chi spende denari. Mediaset ha vinto l’asta rilanciando a 48 milioni di euro di media a stagione dal 2021 al 2024 e superando così la concorrenza della Rai. La Coppa Italia sta diventando un plus per i club che non ci pensano nemmeno a cambiarne questa formula, nella quale le grandi sono esentate dai primi turni e quando entrano in gioco hanno la garanzia fino ai quarti di finale di sfidare l’avversario di turno in casa propria. Non piacerà ai puristi del merito sportivo – anche se una gerarchizzazione del tabellone esiste praticamente in tutti gli sport – ma ha fatto sì che nessuno si permettesse più di snobbarla.
Il risultato sono gli stadi spesso pieni, gli incassi che si moltiplicano e le società che ora vogliono arrivare in fondo anche a costo di rischiare. La Coppa Italia si è trasformata da questione di cuore a business e lo stesso vale per le televisioni. Il ragionamento è semplice: mentre in altri tornei si compra a scatola chiusa senza la certezza di cosa riserverà il prodotto a livello televisivo, in questo caso la progressione delle sfide e degli ascolti è quasi garantita. Rimane aperta la porta per raccontare storie di exploit di outsider, ma dai quarti in poi le prime serate top sono blindate.
Edizione eccellente per Mediaset
Ecco perché il prodotto funziona e rende. Questa edizione, che è stata eccellente per Mediaset nelle semifinali, ha registrato complessivamente dagli ottavi di finale alle ultime partite un ascolto medio di 3,8 milioni di telespettatori a gara. Nulla di preoccupante, anche se c’è un lieve calo rispetto alla stagione scorsa quando, però, in semifinale c’era stato un doppio derby d’Italia tra Inter e Juventus. La stessa finale di quest’anno, quella che farà sfregare le mani dalle parti di Mediaset.