I rubli russi, che il presidente russo Vladimir Putin pretende per il pagamento del gas, sono la moneta della federazione russa. In seguito alla invasione russa dell’Ucraina questi hanno avuto inizialmente una forte svalutazione che è in parte rientrata dopo l’annuncio della Banca centrale della Federazione Russa di acquistare dagli istituti di credito (tra il 28 marzo e 30 giugno 2022) oro al cambio di 5000 ₽ per grammo.
Rubli: cosa sono e storia
I rubli, soldi pretesi dalla federazione russa per pagare il gas, sono stati la moneta dell’Impero Russo, dell’Unione Sovietica poi e di altri paesi storicamente legati alla Federazione Russa. Secondo quella che è la versione più popolare e accettata, la parola “rubli” deriva dal verbo russo rubit che significa tagliare. Storicamente un “rublo” era un pezzo di un dato peso tagliato da un lingotto d’argento e la pratica di tagliare le monete di metallo prezioso era diffusa in tutto il mondo.
Il rublo russo è attualmente la valuta ancora in uso nella Federazione Russa.
I cambiamenti
Con il passare degli anni la quantità di metallo prezioso in un rublo è variato. Pietro I infatti, con una riforma valutaria, standardizzò la moneta da un rublo a 28 grammi di argento. Successivamente è accaduto che alcuni rubli fossero coniati in oro (il rublo d’oro del 1897 era uguale a 0,774235 g di oro) e a volte in platino, ma ciò che è importante dire è che non sono più collegati con una parità aurea.
Le monete da 10 sono chiamate anche červonec e sono poco diffuse, mentre più diffusa è la banconota del medesimo valore.
Dove sono stampati?
Attualmente le banconote cartacee sono stampate presso l’azienda di Stato Goznak a Mosca, in funzione dal 1919. Le monete, invece, sono coniate alla zecca Monetnyj Dvor, che si trova nella Fortezza di Pietro e Paolo a San Pietroburgo dal 1724, e a Mosca.