“Per la verità Rete 4, consentendo a Lavrov di fare il suo monologo, non solo non ha rispettato la risoluzione del Parlamento europeo ma anche diverse relazioni del Copasir e persino il buon senso”, dice Elio Vito, deputato di Forza Italia e membro del Copasir, a true-news.it.
L’Aja è il posto giusto per Lavrov
Il giorno dopo l’intervista del ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov alla trasmissione “Zona Bianca” in onda su Mediaset, non si placano le polemiche sull’opportunità di ospitare il capo della diplomazia di Mosca in prima serata. In Italia, parte della politica ha reagito sdegnata, Israele ha convocato l’ambasciatore russo per le parole di Lavrov su “Hitler ebreo”.
In prima linea, nelle critiche a Mediaset, il parlamentare azzurro, che sostiene che l’ospitata di Lavrov abbia violato una risoluzione del Parlamento europeo sulla propaganda di guerra della Federazione Russa, in relazione alla guerra con l’Ucraina. Vito, sempre eretico nelle sue posizioni, è durissimo: “È stato accertato e denunciato che la propaganda di guerra, la disinformazione russa è parte integrante della strategia a sostegno dell’aggressione all’Ucraina – spiega a true-news.it – ed il Parlamento europeo ha invitato gli Stati membri a non consentirla. Il posto giusto dove Lavrov dovrebbe parlare ed essere ascoltato è al Tribunale penale internazionale a L’Aja”.
La differenza tra pluralismo e disinformazione
Per Vito consentire il diritto di tribuna a esponenti del governo russo o vicini al Cremlino “non è solo una questione di inopportunità”. “Vanno naturalmente ascoltate tutte le opinioni ma non bisogna prestarsi alla disinformazione russa, che nega i crimini, le deportazioni, gli attacchi a obiettivi civili come scuole ed ospedali”, prosegue il ragionamento, molto duro, del deputato del Copasir.
Più di qualcuno potrebbe obiettare che impedire a un alto rappresentante del governo della Russia di esprimere la sua visione sul conflitto potrebbe avere conseguenze sul pluralismo dell’informazione, e che la propaganda, in una guerra, coinvolge tutte le parti in lotta tra di loro. Ma Elio Vito è irremovibile, anche se premette: “Il pluralismo è sempre un valore e va rispettato. È uno degli elementi costitutivi delle democrazie liberali occidentali a differenza delle dittature e delle autocrazie come quella russa, dove non esiste libertà di stampa”.
Dopo la premessa, l’affondo: “Ma una cosa è il pluralismo delle idee un’altra è farsi portatori delle falsità, di bugie, di teorie negazioniste come è successo con Lavrov a Rete4. Questo non ha niente a che vedere con il pluralismo, ma con la disinformazione”. Secondo il parlamentare di Forza Italia, il rischio che le Tv facciano da megafono alla propaganda “vale principalmente per soggetti russi, soprattutto se sono ritenuti responsabili ed esposti a sanzioni”.
L’intervento della autorità
Il deputato auspica “opportuni interventi da parte degli organismi preposti e delle autorità competenti”. E questo vale per Mediaset, un’emittente privata, ma potrebbe valere anche per la Rai, dove spesso intervengono giornalisti delle tv russe, considerati da qualche osservatore alla stregua di ‘funzionari’ del Cremlino”.
“Anche le tv private sono soggette a delle regole e delle leggi come la tv pubblica, che vanno rispettate. Esiste per questo l’Autorità per le telecomunicazioni – conclude Vito – Non si tratta di evitare i dibattiti, ripeto, o la presenza di opinioni diverse, ci mancherebbe, ma di evitare che le nostre televisioni, pubbliche e private, diventino, più o meno consapevolmente, strumento della propaganda di guerra russa. Questo è davvero inaccettabile”.