Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia a Milano
C’è una città nascosta che ogni sera riemerge ben prima del coprifuoco. Il numero di chi ha scelto la strada dove vivere è proporzionalmente ridotto rispetto ai tantissimi che hanno perso tutto: casa, lavoro, affetti. La pandemia ha prodotto effetti devastanti, non solo per la sanità pubblica, riducendo alla miseria migliaia di nuovi poveri che ogni giorno si mettono in coda fuori dal Pane quotidiano per prendere un sacchetto di generi alimentari o che aspettano un pasto caldo servito dalle tante associazioni del terzo settore operanti in città. Milàn col coeur in màn.
Milano è anche la città degli invisibili, talmente invisibili che il Comune non si accorge di loro. Il modello di accoglienza a tutti i costi, delle tavolate multietniche e delle marce per i diritti è miseramente crollato di fronte alla pandemia e all’incapacità di Sala di gestire l’emergenza. In questi giorni, l’eurodeputato Majorino è volato in Bosnia per mostrare all’Europa intera cosa c’è ai suoi confini, sulla rotta dei Balcani. Intento assai nobile anche se qualcuno teme possa essere solo marketing politico. Mentre l’ex-assessore alla Politiche Sociali del Comune di Milano prende qualche like in più sui suoi social, qualche giorno fa, il primo giorno di quelli della merla, il quarto senzatetto nel giro di un mese ha perso la vita in un angolino della stazione Garibaldi. È questo il modello di accoglienza che la sinistra di Majorino vorrebbe esportare in Europa?
Di problemi in casa nostra ne abbiamo tanti, iniziamo ad evitare che gli invisibili muoiano di stenti sotto a un porticato del centro. Mutuando i “Covid hotel” vanno conclusi accordi con qualche proprietario di hotel chiusi per dare riparo ai senzatetto, a spese del Comune che non ha più centri accoglienza disponibili, soprattutto nei giorni più freddi dell’anno.