Nel 2021 i servizi di sharing mobility in Italia hanno superato i cinque milioni e mezzo di iscrizioni. Sono stati venduti in totale oltre 125 mil monopattini nei canali della Tecnologia di consumo, secondo le rilevazioni GfK, e il valore del mercato è cresciuto del +140%. I bonus seguono una tendenza.
Agli italiani la mobilità sostenibile piace
Dati alla mano: il 2021, così come il 2020, registra un boom di acquisti di biciclette e monopattini. Nel 2022 si apre quindi una nuova finestra, entro il 13 maggio sarà possibile presentare domanda all’Agenzia delle entrate per ottenere il bonus mobilità sostenibile. Si tratta di un credito d’imposta fino a 750 euro, destinato a chi acquista monopattini, biciclette elettriche, abbonamenti al trasporto pubblico, o servizi di car sharing. La mobilità sostenibile potrebbe essere incentivata anche dai rincari delle materie prime, petrolio in primis.
I numeri raccontano una crescita. I dati forniti da Confindustria Ancma (Associazione Ciclo Motociclo Accessori) segnano nel 2021 un +5% negli acquisti di e-bike, e 1,9 milioni di biciclette vendute. La bici muscolare registra oltre 2,9 milioni di pezzi prodotti. I dati di mercato riportati da Ancma permettono inoltre di misurare l’andamento dell’industria di riferimento che, con più di 3,2 milioni di biciclette, segna nel 2021 un aumento della produzione vicino al 7%. Rispetto al 2019 la vendita di biciclette e e-bike è cresciuta del 17%. Non solo, il sito QualeScegliere.it ha svolto un’analisi tra ottobre 2020 a marzo 2022. Il numero di letture sulla pagina mostra che gli italiani sono appassionati principalmente di bike, che registra il 56,17% delle ricerche. A seguire ci sono i monopattini elettrici (30,32%), le biciclette elettriche pieghevoli (11,69%), e le biciclette tradizionali (0,03%).
Il bonus ha inciso anche sull’acquisto dei monopattini
Da gennaio a luglio 2020 c’è stato un boom di vendite per il comparto E-Mobility. Il picco di vendite si è registrato nel mese di luglio (+52,6% a unità), il trend di crescita ha caratterizzato tutto il periodo successivo al lockdown. Nel 2021, invece, le iscrizioni ai servizi di sharing mobility in Italia hanno raggiunto 5.6 milioni con 158 servizi di sharing attivi in 49 città, il triplo rispetto al 2015. A novembre 2021 l’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility ha presentato una serie di dati che testimoniano la predisposizione degli italiani alla condivisione dei mezzi di trasporto, soprattutto quelli ecologici. L’Osservatorio è stato lanciato nel 2015 dal Ministero della Transizione Ecologica e dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile con l’obiettivo di creare una piattaforma di collaborazione per analizzare e promuovere il fenomeno della sharing mobility in Italia.
I dati del Ministero della Transizione Ecologica
Osservando l'analisi del Ministero della Transizione Ecologica, gli italiani hanno acquistato 558.725 biciclette e monopattini grazie al Programma sperimentale per la mobilità sostenibile, la misura introdotta dal Ministero dell’Ambiente nel Decreto Rilancio, con l’obiettivo di incentivare la mobilità privata a basso impatto ambientale. Ci sono state 257.949 persone che hanno beneficiato del buono mobilità per l’acquisto di un mezzo di trasporto ecosostenibile, 300.776 hanno invece ottenuto il rimborso di un acquisto già effettuato in precedenza.
Le città a misura di bicicletta: mancano le infrastrutture
Le città italiane sembrano non stare al passo con il boom di richieste. Come è stato sottolineato sia dal presidente di Ancma, Paolo Magri, sia dal presidente di Legambiente, Stefano Ciani, mancano le infrastrutture. Piste ciclabili, sicurezza, colonnine per la ricarica. Per spingere verso la mobilità sostenibile non bastano i bonus. Alla logica di incentivi d’acquisto devono affiancarsi investimenti mirati per supportare la mobilità a due ruote. Come riporta il Sole 24 ore, ci sono sei città italiane che dichiarano di non aver nessuno stallo dedicato alle biciclette, e 9 una quantità inferiore all’1%. La fotografia contenuta nel terzo Rapporto del progetto Osmm (Optimal Sustainable Mobility Mix) del 2021, mostra che le città italiane sono in ritardo rispetto alle colleghe europee. Sono ancora troppo dipendenti dall’auto e hanno un trasporto pubblico poco sostenibile, soprattutto al Sud.
I segnali di miglioramento
Nonostante i ritardi alcuni passi avanti segnano un miglioramento. L’indagine Euromobility sulla mobilità sostenibile italiana mostra
un’evoluzione a macchia di leopardo. Bologna, Parma e Milano sono in testa alla classifica: hanno ottenuto i risultati migliori, una buona ibridazione dei mezzi di trasporto a basso impatto, l’aumento dei servizi di sharing e nuove piste ciclabili. Non solo, sempre riprendendo i dati del Sole 24 ore, l’accesso alle corsie preferenziali dei mezzi pubblici è salito in 5 anni al 42% (dal 40%), il trasporto delle bici sui mezzi è passato al 52% (dal 31%), e le postazioni di interscambio presso le stazioni ferroviarie sono salite al 74% (dal 70%). Il numero dei punti di ricarica è più che raddoppiato andando da 801 nel 2019, a 2.602 punti di ricarica nel 2020. Non solo, il colosso Enel ha creato una nuova business line dedicata alla mobilità elettrica, chiamata Enel X Way. L’obiettivo è ampliare l’infrastruttura di ricarica e supportare l’elettrificazione dei trasporti. Al momento Enel X Way ha installato 15mila punti di ricarica in tutta Italia. Il 26 aprile si è invece aperta la gara per i 300 milioni che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) riserva alla creazione di una filiera
di autobus elettrici. L’investimento del Pnrr punta a finanziare fino a 45 progetti per la produzione di veicoli elettrici per il rinnovo del trasporto pubblico locale. Il bonus si inserisce lungo questa scia. I risultati del 2020 e del 2021 mostrano un andamento in crescita, e i dati lasciano intuire che anche nel 2022 l’interesse per la mobilità sostenibile sarà alta. Il bonus è uno dei tanti tasselli che costituiscono un quadro più ampio, quello della transizione ecologica. Le città dovranno ridisegnare il loro assetto urbano perché i cittadini sono sempre più interessati a muoversi con il minimo impatto sia a livello economico che ambientale.