di redazione
Cinquantaquattro nuovi farmaci all’anno, con cure personalizzate, innovative e di prossimità. Investimenti aggiuntivi per oltre 4.3 miliardi dal 2021 al 2024 in ricerca e innovazione, tecnologie verdi e partnership tra pubblico e privato e con l’obiettivo di passare da 8mila addetti a 25mila, considerando l’indotto. In sintesi: il vicepresidente di Farmindustria, Lorenzo Wittum, si è detto abbastanza soddisfatto dei fondi stanziati dall’Italia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnnr) per l’ammodernamento tecnologico. Così si è espresso il 3 febbraio alla Camera dei Deputati, audito dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera Farmindustria presieduta dagli onorevoli Lorefice (M5S) e l’onorevole. Carnevali (Pd). Una giornata di confronto su sanità e filiera pharma e sulle prospettive future dei due mondi grazie alle risorse presenti nel Pnnr, Recovery Plan. I deputati hanno potuto discutere e porre domande al numero due di Farmindustria. Che ha parlato di sinergie e allineamento agli obiettivi del Pnrr con azioni concrete e progettuali sui due capitoli principali del piano: assistenza di prossimità e telemedicina; innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza. Per Wittum è necessario che l’efficienza e la velocità di approvazione che ha caratterizzato le scelte del decisore politico nei mesi più aspri della pandemia, sia mantenuta ed estesa anche per farmaci non relativi al Covid. Mentre sotto il profilo fiscale ha chiesto di far sì che a godere del credito d’imposta siano anche gli investimenti che arrivano dall’estero per la ricerca clinica, in modo da rendere più competitivo il sistema paese.
Nella giornata parlamentare di audizioni in commissione, spazio anche per Massimiliano Boggetti, il numero uno di Confindustria Dispositivi Medici. Che dice di apprezzare l’ultima versione del Pnnr, soprattutto per i capitoli che riguardano il rinnovamento del parco tecnologico ospedaliero italiano che, come raccontato da True Pharma soffrono di tassi di vetustà e basso ricambio da ben prima che la pandemia bloccasse la gare standard. Boggetti ha messo in fila i problemi e le sfide che la penisola dovrà affrontare: l’assenza di una produzione domestica che garantisca la filiera corta e quindi la possibilità per gli italiani di accedere ai dispositivi medici, anche di ultima generazione, in tempi celeri e su tutto il territorio. Confindustria pensa sia necessaria una campagna di rafforzamento delle industrie sul territorio nazionale, partendo dal creare incentivi ed ecosistemi per l’attrazione di investimenti diretti esteri nel Paese. Come farlo? Cominciare ripensando e modalità in cui l’innovazione viene acquisita e in particolare il superamento della centralizzazione degli acquisti, superando la logica del prezzo più basso.
L’esatto opposto di ciò che servirebbe, viene fatto sotto il profilo fiscale con la nuova tassa allo 0,75%, sostiene Boggetti, che ha sottolineato inoltre una delle classiche battaglie della rappresentanza imprenditoriale: l’avversione al payback e al meccanismo dei tetti e della compartecipazione di spesa da parte delle aziende, per come è modulato oggi. Mentre la misura è stata leggermente ritoccata in Legge di Bilancio per quanto riguarda i tetti di spesa e le percentuali sui farmaci, nessun intervento è stato previsto per il mondo dei Medical Device.
True Pharma pubblica integralmente la bozza dell’audizione del dott. Boggetti, in attesa che sul sito della Camera dei Deputati e su quelli di Confindustria venga resa disponibile la versione definitiva. (SCARICA)