David Parenzo, il principale interprete di questa cultura perversa
La seconda cosa che dice: in Italia si sta decidendo sempre di più che qualcuno deve parlare e qualcuno no. Io penso che il principale interprete di questa cultura perversa sia David Parenzo, che ogni sera per settimane ha preso in giro il collega Brindisi, criticandolo perché non ha interrotto e scacciato il ministro degli esteri russo Lavrov. Cioè: Parenzo, che con la Zanzara è stato al centro dello scandalo della morte per Covid del carrozziere di Mantova (il che non vuol dire che sia stata colpa di Parenzo, beninteso), si permette di dire che nelle interviste bisogna interrompere, argomentare, contestare. Come se le interviste fossero dibattiti e non, come devono essere, domande poste all’intervistato che deve essere presentato nella maniera corretta affinché la gente sappia chi sta parlando. E’ come se io, se fossi di sinistra, intervistando Attilio Fontana lo interrompessi e gli dicessi che sta dicendo scemenze. Oppure, se fossi di destra, intervistando Beppe Sala lo interrompessi e gli dicessi: guarda che sbagli e sei un cretino. Non è questo il compito dell’intervistatore, oltre al fatto che sarebbe da maleducati. Ecco, però il tema è che in Italia ormai ai giornalisti è richiesto questo: che si schierino, che diventino come Scanzi. Urlatori, più che persone al servizio della notizia. Ancora per poco, beninteso. Considerata la curva discendente dei talk show, tra un po’ non ci sarà più nessuno a cui urlare, dall’altra parte della televisione.