Oggi si parla spesso di approccio One Health, ossia un modello sanitario basato sull’integrazione di discipline diverse e sul riconoscimento che la salute umana, la salute animale e la salute dell’ecosistema siano legate indissolubilmente. L’impatto del Sistema sanitario sull’ambiente e quello dell’ecosistema del pianeta (dal clima all’urbanistica, dalla mobilità all’energia) impattano sulla salute. La pandemia ce lo ha ulteriormente insegnato.
True-News.it ne ha parlato, all’interno della puntata del 20 maggio del True-show, con il General Manager Italy, Malta & Israel GE Healthcare Pharmaceutical Diagnostics, William Vaccani.
L’approccio One-Health secondo Vaccani
Spiega Vaccani: “I concetti importanti sono due. Quello della medicina di precisione quindi attenzione e cura precisa al paziente. E poi, il secondo aspetto, è quello della sostenibilità ambientale. Abbiamo parlato dello iodio, è un materiale non rinnovabile e dè un materiale che anno su anno, a livello mondiale, vede un aumento della richiesta dell’8%. Vuol dire che tutto ciò che noi vediamo oggi come richiesta, fra cinque anni sarà 40% in più”.
Lo smaltimento del mezzo di contrasto e dello iodio
“L’Italia – spiega Vaccani – è l‘unico Paese oggi che all’interno della Comunità europea che non consente il recupero del mezzo di contrasto che alla fine di ogni giornata, all’interno di una radiologia, all’interno di un emodinamica, poco o tanto che sia, viene di fatto smaltito come gli altri rifiuti”. La proposta del General Manager segue gli esempi che arrivano dal Nord Europa: “Lì, già dagli inizi degli anni 2000, hanno iniziato a recuperare lo iodio, che viene scartato alla fine della giornata lavorativa. Uno dei nostri siti di produzione, proprio ad Oslo è stato certificato per il recupero dello iodio”. Oggi l’Italia butta via 160 tonnellate all’anno di iodio: la percentuale di recupero è solo del 5%.
La regolamentazione in Italia
L’Italia si muove in controtendenza rispetto alle normative europee: “ La regolamentazione in Italia – prosegue Vaccani – dice che tutto ciò che, come farmaco, non può essere re-iniettato al paziente deve essere considerato come rifiuto e come tale deve essere scartato. Mentre la normativa europea offre maggiore manovrabilità su ciò che è rifiuto o non lo è”.