Fenomeno Italexit. Il partito fondato dal senatore ex M5s Gianluigi Paragone, in pochi mesi, nei sondaggi è balzato dalla categoria “altri” a un sorprendente 4,5%. Accreditato da Ipsos di Nando Pagnoncelli nell’ultima rilevazione pubblicata dal Corriere della Sera. Secondo lo stesso leader di Italexit, la crescita è dovuta all’onda lunga del dibattito sui vaccini prima e della guerra in Ucraina dopo. Temi sui cui Paragone rivendica la sua granitica coerenza.
Coerenti rispetti a Lega e M5s
“Un partito cresce a questi ritmi quando viene percepita la sua coerenza nel condurre le battaglie politiche – dice il senatore a true-news.it – a differenza di partiti come Lega e M5s che invece hanno tradito il mandato degli elettori e per questo la devono pagare”. L’obiettivo politico del giornalista eletto coi Cinque Stelle nel 2018 sembrano proprio le due forze politiche che costituivano il governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte. “Se uno tradisce il suo mandato, io dico che voglio una vendetta politica, la Lega e il Movimento Cinque Stelle devono pagare il tradimento politico che hanno fatto ai danni di chi li ha votati”.
In effetti sembra siano passati decenni dallo spirito populista tout court che animava il primo governo Conte. “Nessuno di quei due partiti ha fatto campagna elettorale nel 2018 parlando di un possibile sostegno al governo Draghi o dicendo sì alle sanzioni alla Russia o alla vendita di armi, oppure rivendicando di essere europeista”.
Le ragione del balzo
E infatti i sondaggi non premiano i due gialloverdi. “Beh, i sondaggi non possono premiare le forze che tradiscono, sul perché abbiano tradito ci sarà sicuramente un motivo, magari riceveranno un premio dal sistema”, ci va giù duro l’ex conduttore del discusso talk show “La Gabbia”. Che, ringalluzzito dalle stime dei sondaggisti, non si pone limiti: “Ovviamente siamo felici di questi risultati dei sondaggi, ma aspettiamo che si trasformino i voti veri, detto questo il 4,5% è un punto di partenza, noi vogliamo crescere ancora”.
Paragone, prima che alle posizioni sul conflitto russo-ucraino, attribuisce il balzo di Italexit all’insofferenza dei cittadini verso i vaccini e le misure anti-Covid prese dai governi Conte 2 e Draghi e, in particolare, dal ministro della Salute Roberto Speranza. “La guerra per il momento c’entra relativamente, per ora la nostra crescita è causata soprattutto da una dinamica che tiene conto del dibattito sui vaccini, sulle mascherine, si tratta sostanzialmente di un No a Speranza”, spiega Paragone a True-News.it.
I vaccini sono ancora centrali
Ma anche l’invasione della Russia ha fatto il suo. E qui il senatore ex grillino attacca ancora il suo ex partito e la Lega, che “hanno votato a favore dell’invio di armi in Ucraina, noi invece abbiamo detto che la pace non si costruisce dando armi ai civili”. Perché dice ai civili? “La resistenza di cui parla Zelensky non è fatta dall’esercito ucraino o dal battaglione Azov – risponde Paragone – ma è fatta anche da civili poco o per nulla addestrati che si sono arruolati per sostenere questa resistenza, lei ha visto la foto della bambina col fucile?” Paragone si riferisce all’immagine di una bambina ucraina armata di fucile che ha fatto il giro del mondo.
“Tutto questo non avvicina la pace”, chiosa il parlamentare. Che demolisce Salvini per il tira e molla sulla visita a Mosca: “Mi pare che Salvini sia ancora in Italia, non a Mosca, è l’ennesima brutta figura di Salvini”. Ma Paragone ne ha anche per altri ex M5s, come il recentemente fuoriuscito Dino Giarrusso: “Io non mi posso alleare con un Giarrusso che ha detto sì alle mascherine e sì ai vaccini e che in Sicilia si allea con il sindaco di Messina Cateno De Luca, uno che ha spinto notevolmente per le vaccinazioni ai bambini”. Per il fondatore di Italexit il dibattito sui vaccini è ancora centrale. “Chiedetelo ai medici che sono stati sospesi perché hanno scelto di non vaccinarsi”, conclude Paragone.