Per le prossime elezioni amministrative in Sicilia c’è chi ha scomodato Giuseppe Tomasi di Lampedusa, chi Sciascia, chi Pirandello. In realtà lo scrittore che più si sarebbe divertito a raccontare la prossima tornata elettorale nell’isola sarebbe stato Andrea Camilleri.
La trama che si dipana sembra infatti uscita dalla penna del padre di Montalbano, ma non da un racconto con protagonista il commissario di Vigata. Piuttosto dal romanzo La stagione della caccia, ambientato nella Sicilia del 1876, dove un farmacista torna nel suo paese e ammazza sette persone, ma “per amore”.
Queste elezioni in Sicilia avrebbero fatto la gioia di Camilleri
Rispetto al romanzo di Camilleri, i protagonisti delle prossime elezioni non hanno ammazzato fisicamente nessuno, ma come il farmacista de La stagione della caccia, hanno colto l’occasione per vendicarsi del proprio recente passato e sono tornati a tessere trame, o a dettare legge, sulle candidature.
Nel caso di Palermo, dove Leoluca Orlando dà l’addio allo scranno di sindaco dopo due mandati consecutivi, lo speziale che più di è dato da fare per la candidatura a sindaco di centrodestra di Roberto Lagalla è stato Totò Cuffaro, l’ex governatore della Sicilia che ha scontato una pena a sette anni, comminatagli nel 2011 per favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione del segreto istruttorio (l’accusa originaria nel 2005 era stata di concorso esterno in associazione mafiosa).
Sicilia, le elezioni del ritorno di Totò Cuffaro
Totò “Vasa vasa” – era stato così soprannominato per la sua abitudine a distribuire baci a tutti i suoi interlocutori – ha ripreso a fare politica, fondando la Nuova Democrazia cristiana ed è stato determinante affinché per la poltrona di sindaco corresse un suo ex assessore regionale.
Roberto Lagalla, 67 anni, è stato infatti stato titolare alla Sanità quando Cuffaro era governatore. Ex Rettore dell’Università di Palermo, è stato anche assessore all’Istruzione nel governo regionale a guida di Nello Musumeci, il presidente con il mandato in scadenza in autunno che Fratelli d’Italia vorrebbe ricandidare, ma sul cui nome si registrano molti mal di pancia nelle altre componenti del centrodestra.
Lagalla è appoggiato da nove liste: Forza Italia, Lega-Prima l’Italia, Udc, FdI, Ncl, Dc Nuova, Alleanza per Palermo (autonomisti), Lavoriamo per Palermo Lagalla sindaco e Moderati per Lagalla sindaco.
Marcello Dell’Utri in Sicilia all’ombra delle Palme
All’operazione Lagalla ha partecipato un’altra vecchia conoscenza della politica siciliana e nazionale, che come Cuffaro ha nel certificato penale una condanna (scontata). E come l’ex governatore è stato interdetto dai pubblici uffici: Marcello Dell’Utri, ex braccio destro di Silvio Berlusconi.
L’ex senatore forzista negli ultimi mesi ha stabilito il suo quartier generale nell’Hotel Le Palme nel centro di Palermo, ma quando qualcuno gli attribuisce un ruolo politico, glissa dicendo che con il candidato Lagalla, quando si sono incontrati, hanno parlato di libri.
In Sicilia Pd e Cinque Stelle insieme
Sul fronte opposto, Pd e Movimento Cinque stelle hanno trovato l’accordo su Franco Miceli, 69 anni, presidente del Consiglio nazionale degli architetti, ex segretario del Pci a Palermo, ed ex assessore ai Lavori pubblici alla fine degli anni Novanta nella giunta di Leoluca Orlando, sostenuto anche da Sinistra ecologista e Progetto Palermo. + Europa e Azione puntano su Fabrizio Ferrandelli, consigliere comunale dal 2007. Lo sostengono altre due liste: E tu splendi Palermo e Rompi il sistema (tutti candidati under 25).
In quanto a nomi delle formazioni in campo, non si può certo dire che i siciliani difettino in creatività.
Francesca Donato, l’ex leghista che piace al comunista Rizzo
Candidata sindaco è anche l’europarlamentare ex leghista Francesca Donato, diventata famosa per le sue posizioni no vax durante la pandemia. La sua collocazione è talmente trasversale che il principale endorsment le è arrivato dal comunista Marco Rizzo in un video-appello.
Rizzo dixit: “Il 12 di giugno i palermitani votando Donato hanno la possibilità di dare un segnale alla grande finanza e al governo del banchiere Draghi che non fa gli interessi del popolo italiano”. Per lui, l’avvocata 52nne a capo del movimento Rinascita per Palermo “è una donna dalla parte del popolo e della Costituzione”.
Poche le chance di risplendere per gli altri due candidati a sindaco di Palermo, Rita Barbera, ex direttrice dell’Ucciardone, che si presenta con una sua lista e con l’appoggio di Potere al popolo, e l’autonomista Ciro Lomonte.
A Messina “Re Cateno” indica il successore
Altro capoluogo siciliano chiamato al voto è Messina, che si trova a dover eleggere il sindaco perché Cateno De Luca si è dimesso anticipatamente per presentarsi come candidato alla successione di Musumeci a Palazzo d’Orleans.
Il “Masaniello dello Stretto” o “Scateno” (sono i soprannomi che più gli aggradano) ha lasciato la poltrona di sindaco ma ha tenuto il mazzo e distribuito le carte. Ha imposto un suo candidato, Federico Basile, direttore generale del Comune messinese, spaccando il fronte del centodestra. La Lega, infatti, appoggia Basile presentandosi però non con il suo simbolo ma con quello di Prima l’Italia. Che è una delle nove liste a sostegno di Basile insieme a Mai più baracche, Senza se e senza ma, Gli amici di Federico, Basile sindaco, Con De Luca per Basile sindaco, Amo Messina, Orgoglio messinese, Insieme per il lavoro Clara Crocé con Basile.
La Lega corre sotto mentite spoglie
Il candidato di Forza Italia e Fratelli d’Italia è invece Maurizio Croce (è stato capo dipartimento alla Regione con Raffaele Lombardo, assessore al Territorio con Rosario Crocetta, commissario per il dissesto idrogeologico nella struttura del governo Musumeci). Croce è appoggiato anche da Udc-Sicilia Futura, Giovani per me, Nuova Dc, Animalisti e Maurizio Croce.
Candidato del centrosinistra è Franco De Domenico, ex deputato regionale del Pd: a sostenerlo anche il Movimento Cinque stelle e Coalizione civica per Messina. Altri candidati Salvatore Totaro, medico sospeso dall’Ordine per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale, e Gino Sturniolo, storico attivista No Ponte.
Si vota in 120 comuni
Le comunali in Sicilia (si vota in 120 comuni compresi Palermo e Messina) vengono vissute con lo sguardo già all’autunno quando si tratterà di scegliere il successore di Musumeci, che solo Fratelli d’Italia, il suo partito di riferimento – indica al momento come candidato a un secondo mandato.
Chi è partito in quarta è proprio l’ex sindaco di Messina. Cateno De Luca: dopo aver lanciato il suo movimento regionale Sicilia Vera, ci prova adesso con un nuovo Movimento meridionalista per il quale ha arruolato l’europarlamentare Dino Giarrusso che ha appena abbandonato il Movimento Cinque Stelle.
Intanto Cateno si circonda di Iene
L’ex Iena ha detto durante una manifestazione pubblica che “con Cateno De Luca stiamo provando a trovare un’intesa per un percorso comune. Di certo a Messina io aiuterò il suo candidato e le sue liste a vincere, perché lo meritano loro e lo meritano i messinesi”.
A fare incontrare De Luca e Giarrusso è stato Ismaele La Vardera, oggi portavoce di Sicilia vera, che con con il secondo ha condiviso l’esperienza televisiva alle Iene.