Le conseguenze della tempesta perfetta provocata dal combinato tra guerra e pandemia rischiano di bloccare completamente la distribuzione del pesce. A causa dei rincari del gasolio, ormai da marzo si susseguono le proteste dei pescatori. Che sempre più spesso scelgono di lasciare ferme le loro imbarcazioni. Anche negli ultimi giorni non sono mancate le proteste. Una crisi che rischia di compromettere la sicurezza del mercato ittico per i cittadini e far perdere posti di lavoro in un settore che adesso occupa circa 26 mila addetti, ma che è sempre più in difficoltà. Rosanna Conte, europarlamentare della Lega, coordinatrice del gruppo Identità e Democrazia nella Commissione Pesca del Parlamento Europeo, non è ottimista e mette in guardia anche rispetto a un aggravamento della situazione con l’embargo al petrolio russo.
Il peggio deve ancora venire
“I rincari sui prezzi dell’energia iniziati già prima della guerra, si sono acuiti con il conflitto – spiega Conte a True-News.it – questo per il settore della pesca è stato devastante, e con l’embargo al petrolio russo temo che il gasolio sarà ancora più salato”.
Qualcosa è stato fatto, ma non basta per far ripartire subito i pescherecci. “Anche a seguito delle nostre pressioni, Bruxelles ha varato un pacchetto di compensazioni nell’ambito del Feampa con valenza retroattiva, e che dunque servirà a coprire i costi maggiori sostenuti dal comparto a partire dal 24 febbraio. Purtroppo, queste compensazioni richiedono dei passaggi burocratici per essere sbloccate. E nell’attesa, bisogna dare risposte immediate su credito d’imposta, ammortizzatori sociali e fermo volontario”, ragiona l’europarlamentare leghista.
20 milioni non bastano
La Lega apprezza il decreto che ha sbloccato 20 milioni per il comparto ittico. “Ma occorre che queste risorse arrivino il prima possibile”, precisa Conte. I fondi sarebbero manna dal cielo per un settore che è in crisi da tempo. “I problemi per il settore non sono cominciati certo con gli ultimi rincari. Ci sono criticità, dovute a regole sbagliate stabilite in sede Ue. Non sono state mai risolte, e che sarebbe bene affrontare una volta per tutte a Bruxelles”, avverte l’eurodeputata del Carroccio in Commissione Pesca.
Conte teme che siano state speculazioni sul prezzo del carburante dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino: “Se ci sono state delle speculazioni, è bene che si indaghi e si capisca come tali speculazioni sono rese possibili”. Ma – prosegue l’esponente della Lega – “le speculazioni sono frutto di politiche sbagliate e non democratiche; di fatto, colpiscono in misura maggiore le classi più deboli ed esposte e i pescatori sono doppiamente vittime”.
Un blocco del comparto della pesca non rischia soltanto di compromettere il futuro di tantissime comunità costiere, ma avrebbe conseguenze serie sulla vita quotidiana di tutti i cittadini. Ed ecco l’allarme lanciato dalla parlamentare europea: “I rischi sono enormi non solo per la pesca, ma anche per l’Italia e gli italiani. Per certo, verremmo presto invasi da pesce proveniente da Paesi Terzi, che spesso non rispettano gli stessi standard qualitativi e di sicurezza”.
Dialogo tra Roma e Bruxelles
Per risolvere il problema – sottolinea Conte con True-News.it – “Gli interventi sulla carta ci sono. Il problema sta nei tempi di attuazione e nella volontà di risollevare il comparto. Noi della Lega stiamo facendo tutte le pressioni possibili per accelerare l’erogazione degli aiuti attraverso un intenso lavoro tra Bruxelles e Roma. La scorsa settimana ho chiesto al Commissario Sinkevicius di agire rapidamente per garantire ai nostri pescatori adeguate misure compensative per i periodi di fermo temporaneo causate dal caro gasolio”.