L’Italia C’è, il movimento politico “che non parte dai palazzi istituzionali” ma che invece “conosce la dimensione del contatto con le persone, con le associazioni, le aree interne, le periferie, i luoghi di studio e di lavoro”, avanza, dal suo profilo Facebook, la proposta di “un’imposta negativa per i redditi più bassi, per una società più giusta e un welfare più semplice”
“Uno strumento che può realmente contrastare la povertà senza disincentivi al lavoro”
Nel dibattito sul salario minimo e il reddito di cittadinanza, il movimento propone “uno strumento di sostegno ai cittadini meno abbienti che, se ben costruito, può davvero rappresentare un mezzo efficace di contrasto della povertà senza però rappresentare un disincentivo al lavoro o una distorsione delle dinamiche salariali, come è oggi il reddito di cittadinanza”.
“Questo strumento si chiama imposta negativa, per usare le parole di un importante economista come Milton Friedman. Ma noi lo chiameremo – usando le parole di Papa Francesco – “salario universale”, perché con il termine usato dal pontefice si lega la percezione del sussidio a un dovere di vita attiva e operosa, all’adempimento di attività socialmente utili per i cittadini in età da lavoro o allo svolgimento di percorsi formativi e di riqualificazione professionale”.
Che cos’è il “salario universale
“Un reddito di base – prosegue la nota del movimento – che assicuri fino a 500 euro mensili, che decresce man mano che aumentano i mezzi di sostentamento propri e i redditi da lavoro percepiti. È una proposta semplice, sostitutiva dell’inefficiente reddito di cittadinanza. Una proposta liberale e non assistenzialista. Ci torneremo con sempre più dettagli e numeri, fino a presentare una proposta di legge“.