Processo Banca Etruria per le “consulenze d’oro”, tutti assolti. Secondo il giudice: “Il fatto non sussiste”. Cade ogni capo di accusa per i quattordici imputati a processo per il crac dell’istituto di credito di Arezzo, incluso Pier Luigi Boschi, padre dell’ex ministra Boschi.
Banca Etruria, tutti assolti per le “consulenze d’oro”: il fatto non sussiste
Cade l’ultima pendenza legata al crac di Banca Etruria. Tutti assolti per il filone delle cosiddette “consulenze d’oro“. “Il fatto non sussiste”, questa la decisione finale del giudice Ada Grignani. Erano quattordici gli imputati a processo, incluso anche l’ex vicepresidente dell’istituto di credito aretino Pier Luigi Boschi, padre dell’ex ministra Maria Elena Boschi.
L’accusa era di bancarotta colposa, causata da un uso discutibile delle risorse a propria disposizione. Secondo il PM Angela Masiello, gli imputati avevano peggiorato la situazione già drammatica delle casse di Banca Etruria spendendo cifre sconsiderate in consulenze definite “inutili” e “ripetitive”. Tali incarichi hanno avuto un costo di ben 4 milioni di euro, e avevano lo scopo di valutare e poi concretizzare un ipotetica fusione con un altro banco, nel tentativo, poi non riuscito, di evitare il crac del 2015.
Assolto anche Pier Luigi Boschi, l’avvocato: “Ha sempre creduto nella giustizia”
Intervistato da AdnKronos, il legale di Pier Luigi Boschi, Gildo Ursini, ha commentato la sentenza: “Il mio assistito ha sempre creduto nella giustizia nella convinzione di non aver fatto mai nulla di male ed ha dovuto subire comunque questa prova. Si è sentito naturalmente sollevato da questa sentenza”. Ursini ha comunicato la notizia al suo assistito telefonicamente. Boschi, infatti, non era presente in tribunale al momento della sentenza, a cui hanno assistito solo gli imputati Nataloni e Cabiati.