Ma davvero quella di Papa Francesco è una chiesa lontana dalla modernità, come scrive su La Stampa Vito Mancuso?
La questione sulla quale il teologo disserta è quella del presunto appello del Papa ai fidanzati a non fare sesso prima del matrimonio, un invito alla castità, di cui i primi giornali a dare conto, nelle loro edizioni online, sono stati il 15 giugno Corriere della Sera e La Repubblica.
I due giornali si riferiscono al contenuto del documento vaticano , opera del «Dicastero per i laici, la famiglia e la vita», intitolato «Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale» e “che rispecchia alla perfezione il pensiero di Papa Francesco” (parole di Mancuso).
Repubblica e Corriere oscurano Francesco che critica la Nato
Esiste però il dubbio che tanto sincronismo di via Solferino e di viale Cristoforo Colombo sia stato dettato non solo dall’urgenza di non farsi battere sul tempo dal giornale diretto concorrente, dando per primi la notizia, quanto piuttosto da quella di oscurare il più in fretta possibile un altro Bergoglio, quello che esattamente 24 ore prima che la castità diventasse il centro del dibattito intorno alla Chiesa, aveva parlato contro la Nato.
In una lunga intervista riportata dalla rivista La Civiltà Cattolica, durante la quale Francesco si era confrontato con alcuni direttori di riviste gesuite, il Papa aveva raccontato: «Un paio di mesi prima dell’inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio, che parla poco, davvero molto saggio. E dopo aver parlato delle cose di cui voleva parlare, mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la Nato. Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: «Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro». Ha concluso: «La situazione potrebbe portare alla guerra». Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo».
Francesco: «Un capo di Stato preoccupato per come si stava muovendo la Nato»
Francesco aveva poi proseguito: «Quello che stiamo vedendo è la brutalità e la ferocia con cui questa guerra viene portata avanti dalle truppe, generalmente mercenarie, utilizzate dai russi. E i russi, in realtà, preferiscono mandare avanti ceceni, siriani, mercenari. Ma il pericolo è che vediamo solo questo, che è mostruoso, e non vediamo l’intero dramma che si sta svolgendo dietro questa guerra, che è stata forse in qualche modo o provocata o non impedita. E registro l’interesse di testare e vendere armi. È molto triste, ma in fondo è proprio questo a essere in gioco».
«Qualcuno può dirmi a questo punto: ma lei è a favore di Putin! No, non lo sono. Sarebbe semplicistico ed errato affermare una cosa del genere. Sono semplicemente contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi. Mentre vediamo la ferocia, la crudeltà delle truppe russe, non dobbiamo dimenticare i problemi per provare a risolverli», aveva concluso poi la sua risposta Francesco alla domanda postagli dal direttore di una rivista che opera proprio in Ucraina.
Antonio Moscatello: parlare di “divieto di sesso” intellettualmente disonesto
«Io capisco che Bergoglio ormai lo si consideri putinista, comunista e chissà cos’altro nel piccolo mondo binario dei media», dice Antonio Moscatello, giornalista dell’agenzia Askanews con una lunghissima carriera da inviato, «ma sinceramente far passare le affermazioni contenute in un documento pastorale, in cui si suggerisce la castità quale via per conoscere le reciproche individualità nella coppia incamminata verso il matrimonio, come un “divieto di sesso” è intellettualmente disonesto oltre ogni limite».
Leggere con approccio laico anche i documenti della Chiesa
I contenuti del documento vaticano
E ancora: «Alcune tematiche complesse inerenti la sessualità coniugale o l’apertura alla vita (come ad esempio la genitorialità responsabile, la fecondazione artificiale, la diagnosi prenatale e altre questioni bioetiche) hanno ricadute etiche, relazionali e spirituali forti per gli sposi, e richiedono oggi formazione specifica e chiarezza di idee. Tanto più perché alcuni modi di trattare tali tematiche presentano aspetti morali problematici. Gli stessi accompagnatori non sempre sono in grado di affrontare tali questioni, che sono invece estremamente diffuse. Il coinvolgimento di persone più esperte, in questi casi, è quanto mai opportuno.
«L’esperienza pastorale in gran parte del mondo», si legge in altra parte del documento, «mostra ormai la presenza costante e diffusa di “domande nuove” di preparazione al matrimonio sacramentale da parte di coppie che già convivono, hanno celebrato un matrimonio civile e hanno figli. Tali domande non possono più essere eluse dalla Chiesa, né appiattite all’interno di percorsi tracciati per coloro che provengono da un cammino minimale di fede; piuttosto richiedono forme di accompagnamento personalizzate».
«Un’attenzione particolare andrà riservata a tutti coloro che hanno preferito convivere senza sposarsi, che tuttavia rimangono aperti al discorso religioso e disponibili ad avvicinarsi alla Chiesa. Con sguardo di comprensione, andranno accolti con calore e senza legalismo, apprezzando il loro “desiderio di famiglia”, evitando di esercitare su di loro alcuna pressione, ma semplicemente invitandoli ad un tempo di ascolto e di riflessione, chiarendo che l’eventuale decisione di celebrare il matrimonio sacramentale sarà presa da loro, autonomamente e per convinzione personale».
A questo proposito, conclude il documento, «non deve mai mancare il coraggio alla Chiesa di proporre la preziosa virtù della castità per quanto ciò sia ormai in diretto contrasto con la mentalità comune. La castità va presentata come autentica “alleata dell’amore”, non come sua negazione. Essa, infatti, è la via privilegiata per imparare a rispettare l’individualità e la dignità dell’altro, senza subordinarlo ai propri desideri».
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