di Francesco Floris
Nel resto del mondo le chiamano “revolving doors”. Fra pubblico e privato. Quando invece le “porte girevoli” assolvono alla loro funzione a Milano la definizione varia: “fare squadra” traduce qualcuno liberamente dall’inglese; “sinergie” dice qualcun altro; i più arguti spiegano: “Sono operazioni di sistema”. Così può capitare che Manfredi Catella, il numero uno del real estate sotto la Madonnina con la sua Coima, la cui più importante “conquista” recente è Scalo Romana – futura “casa” delle Olimpiadi invernali 2026 – acquistato da Ferrovie dello Stato Sistemi Urbani per 180 milioni di euro, abbia chiamato nella sua di “squadra” proprio per l’ex Direttore Area Lombardia di FSSU: l’ingegner Enrico Leopardi. Una consulenza di sei mesi appena lasciato l’incarico in Ferrovie per uno dei volti chiave della partita scali ferroviari dismessi a Milano.
La mano invisibile sugli Scali?
Sulla carta una grande partita “di mercato” per l’immobiliare meneghino. Dove “la mano invisibile”, a ben vedere, si nasconde presto. A Ferrovie arriva una sola offerta economica per quella che è la più importante area di trasformazione urbana del capoluogo lombardo da qui a dieci anni. Un fatto che crea imbarazzo. Nei corridoi di Sistemi Urbani i manager che guidano la controllata di FS offrono spiegazioni di questo tipo: era la prima volta che veniva gestita una sfida di tale portata dalla società e comunque la responsabilità sarebbe di Mediobanca (l’advisor scelto per la gara di vendita di Scalo Romana, NdR) che fino a 24 ore dalla scadenza dei termini ha assicurato la presenza di ben tre offerte economiche. Come sia possibile non è chiaro visto che Affaritaliani.it Milano scriveva da 20 giorni che di offerte sul piatto ve n’era una soltanto.
A2A, energia e “sinergie”
Manager pubblici con problemi di memoria a parte, le “sinergie” si costruiscono mese dopo mese. Cosa sorgerà a un tiro di schioppo da Scalo Romana, valorizzando ulteriormente l’area? Il nuovo grattacielo di A2A. La multiutility dell’energia controllata dai Comuni di Brescia e Milano ha deciso, nonostante la pandemia e lo smart working, di puntare su un visionario grattacielo futuristico a destinazione uffici. L’ex amministratore delegato e Direttore generale della società, Luca Valerio Camerano, lascia l’incarico nella multiutility a maggio 2020. Tempo due mesi ed ecco per lui un posto nel comitato d’indirizzo del Coima Esg City Impact Fund, il veicolo lanciato da Coima per l’offerta economica su Scalo Romana, in cordata con Covivio e Prada.
L’affaire Pirellino
La storia è ghiotta ma non fa rumore. Fa più rumore pochi mesi dopo l’affaire “Pirellino”. Gli ex uffici tecnici del Comune di Milano di via Pirelli 39, comprati in asta da Coima nel 2019, sono l’ultimo tassello per completare il distretto Porta Nuova. Uno dei simboli della Milano recente. L’operazione via Pirelli è da scacchista: pochi giorni prima di quell’asta, che passa alla storia per i continui rialzi fra competitor, ecco la doppia mossa di Catella. Che acquista l’ex sede Telecom di Pirelli 35 dai tedeschi di Deka Immobilien e contemporaneamente cede ai teutonici lo storico Palazzo Aporti, dietro stazione Centrale, dove prende dimora Sec, tra le più importanti agenzie di comunicazione e relazioni istituzionali della città, il cui capo, Fiorenzo Tagliabue, è uno dei fidi consiglieri e uomini più ascoltati dallo stesso Manfredi Catella.
Coima vince al fotofinish su Pirelli 39. Il rogito viene siglato il 25 novembre. Ventiquattro ore dopo, il 26 novembre, passa la legge di Regione Lombardia sulla rigenerazione urbana che concede bonus volumetrici a chi riqualifica edifici dismessi. Colpo grosso. Così Catella torna a bussare alle porte di Palazzo Marino reclamando i benefici. Ma il “Pirellino” è davvero dismesso da oltre cinque anni, come da definizione? C’è chi dice di sì e chi di no. Nel secondo caso perché all’interno erano proseguiti i lavori di bonifica e manutenzione straordinaria fino a sei giorni prima del rogito. Nel primo schieramento, invece, si colloca di certo lo “Studio Monti”, specializzato in amministrazioni condominiali anche e soprattutto a Porta Nuova. Che a nome dei residenti nei due grattacieli noti come “Torre Solaria” e “Torre Solea” (tra i 10-15mila euro al metro quadrato) invia una serie di esposti che mettono nel mirino il degrado e l’abusivismo nei pressi di Pirelli 39. Tra le carte si legge che “Gli scenari dai nostri terrazzi sono davvero spiacevoli”.
Guido Inzaghi, il Mister Wolf del real estate
La regia dell’intero film? Affidata all’avvocato Guido Alberto Inzaghi dello studio Belvedere Inzaghi & Partners. Brianzolo, trasferito al Bosco Verticale, classe ’65, è uno dei massimi esperti in città di real estate, diritto urbanistico, diritto immobiliare. Sicuramente il numero uno per spiegare la legge sulla rigenerazione urbana lombarda che lo annovera anche fra gli ispiratori. Lo hanno chiamato il “Mister Wolf” dell’amministrazione pubblica. Lui risolve problemi. Perché conosce i regolamenti, le leggi, le procedure del sistema edilizio. È l’uomo giusto da chiamare quando si vuole costruire a Milano. È Inzaghi che ha svolto la due diligence su Scalo Romana. È ancora Inzaghi che sul “Pirellino” cura gli aspetti legali relativi al contratto d’acquisto e al contratto di finanziamento. Fa scouting ad alto livello e l’operazione Pirellino la chiude insieme alla senior lawyer dello studio Carolina Romanelli, già collaboratrice del Comune di Milano per la gestione di procedure urbanistiche complesse. Incluso l’Accordo di Programma sugli Scali Ferroviari. Ed eccoli ancora i nomi degli avvocati Inzaghi e Romanelli che compaiono nel 2019-2020 in rappresentanza di Manfredi Catella e società. Dove? Nel “Collegio di Vigilanza” proprio sugli scali ferroviari. Seduti insieme a Comune, Regione e Ferrovie dello Stato. Nella scomoda posizione di dover “vigilare” e allo stesso tempo rappresentare gli interessi di chi, l’anno dopo, presenterà un’offerta economica ai vigilanti. Tanto che si trova una via d’uscita dalla spiacevole situazione: nelle sedute del 10 e 13 dicembre 2019 Coima chiede, attraverso i due avvocati, di non partecipare alle riunioni quando l’ordine del giorno prevede di discutere di Scalo Romana.
Problemi? Il diritto costituzionale
Sinergie – dicevamo – che non sempre funzionano al cento per cento. Sul “Pirellino” la storia si complica quando l’assessore all’Urbanistica di Milano, Pierfrancesco Maran, decide di dare battaglia contro la legge sulla rigenerazione urbana. La definisce “incostituzionale”, uno smaccato favore agli immobiliaristi milanesi e un incentivo ad abbandonare il patrimonio per ottenere i bonus volumetrici. Maran si mette di traverso, sostanzialmente da solo in giunta. Nei ricorsi presentati da alcune società contro il Comune di Milano (non Coima) si finisce dritti al Tar. Che spedisce tutto alla Corte costituzionale mentre la politica apre un tavolo di trattativa fra Palazzo Marino e Palazzo Lombardia. Ultima sorpresa: chi difende una delle società immobiliari – la C-Quadrat Asset Management France S.a.s – che ha portato il Comune in causa? L’avvocato Antonio Belvedere. Socio e co-fondatore dello studio legale Belvedere Inzaghi & Partners. Il primo round lo hanno perso. Perché, come mormora sibillinamente qualcuno, “gli avvocati d’affari non studiano il diritto costituzionale”. Ma si sa, le partite le vince chi sa “fare squadra”.