Si apre oggi il Torneo di tennis più famoso, affascinante, desiderato, iconico del tennis: Wimbledon. E per la prima volta nella storia c’è un italiano tra i grandi favoriti. Perché sono tutti, ma proprio tutti concordi nel ritenere che Matteo Berrettini abbia davvero tutte le carte in regola per vincere alzare la coppa d’oro tra due settimane e per diversi motivi, tecnici e tutti validissimi.
Dominante sull’erba
La finale dello scorso anno per il tennista romano non è stato un caso. Lo dimostra anche l’andamento sulla terra di questa stagione: dopo l’infortunio e l’operazione al polso che lo ha costretto a saltare tutta la stagione sulla terra Berrettini è rientrato a Stoccarda (erba) e poi al Queen’s di Londra (ancora erba). Risultato: 10 match, 10 successi e due trofei in bacheca.
Ancor di più in questi due tornei sono emersi quelli che sono i punti di forza tecnici del romano: un servizio tra i primi tre al mondo, dritto esplosivo. E questo si sapeva. La vera forza dell’erba è che trasforma un colpo solitamente difensivo, il back di rovescio (il lato oscuro di Berrettini) in un colpo vincente con la palla che schizza sull’erba (soprattutto nella prima settimana) e diventa difficilmente gestibile dagli avversari. A tutto questo va aggiunta la consapevolezza nei propri mezzi, sicuramente cresciuta in questo ultimo anno.
Un po’ di fortuna
In più, e non guasta mai, ci si è messa pure la sorte. Per prima cosa togliendo dal novero dei partecipanti due dei sicuri favoriti: il numero 1 al mondo, Danil Medvedev, russo, che gli organizzatori non hanno escluso dal torneo a causa delle restrizioni e delle sanzioni verso la Russia e poi Alexander Zverev che deve ancora riprendersi dal pazzesco infortunio alla caviglia nella semifinale del Roland Garros con Rafa Nadal.
Poi la dea bendata deve avere tra le sue grazie il romano a cui ha riservato nel sorteggio un tabellone comodo comodo, senza avversari di elevato spessore fino ai quarti di finale. Si comincia con il cileno Garin, terraiolo, e al secondo turno un giocatore proveniente dalle qualificazioni per chiudere la prima settimana con l’australiano De Minaur, un osso duro sul cemento, meno pericoloso sull’erba.
Inutile nascondersi
Si arriva poi alla seconda settimana, e qui la combinazione con una delle prime 4 teste di serie è stata molto benevola abbinando il lato di tabellone di Berrettini con il greco Tsitsipas. Un gran giocatore, certo, ma più da terra battuta che da erba. Quindi, sottovoce sono molti gli addetti ai lavori che si sono già segnati in agenda la data di venerdì 8 luglio, giorno delle semifinali, giorno della ipotetica semifinale con Rafa Nadal.
Nascondersi non è cosa da Berrettini: non arrivare a quella partita sarebbe un mezzo fiasco. Poi, arrivati allo spagnolo prima della coppa ci sono due montagne terribili da scalare (l’altra dovrebbe essere Nole Djokovic). Non ci resta che metterci seduti a guardare e tifare. Mai così forti come Italia come quest’anno.
NOTA A MARGINE
L’unico nemico per Berrettini poteva essere solo l’imprevisto. Ed eccolo, bello fresco e beffardo: il Covid. Matteo Berrettini è risultato positivo al controllo di stamane a poche ore dall’esordio e si è dovuto ritirare.