Siccità, deliberato lo stato d’emergenza in cinque regioni: la Ministra Gelmini annuncia lo stanziamento di 35 milioni. “Dobbiamo affrontare il problema in modo strutturale” spiega la politica. L’allarme dell’ADBPO: “La peggior crisi idrica da 70 anni”.
Stato d’emergenza per la siccità in cinque regioni, Gelmini: “Stanziati 35 milioni”
Il Consiglio dei Ministri ha ufficialmente deliberato lo stato d’emergenza per la siccità in cinque regioni italiane. Le aree più colpite dalla crisi idrica sono l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Friuli-Venezia Giulia, il Veneto e il Piemonte. “Abbiamo il dovere di affrontare la mancanza di acqua con grande realismo.” -spiega la ministra per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini– “Evitando di alimentare nuove divisioni tra territori o tra interessi diversi”. La Ministra ha affermato che il decreto siccità è “ancora da implementare” ma che è nelle intenzioni del Governo usare i fondi del PNRR per “affrontare il problema in modo strutturale”. “Ci sono, mi pare, 35 milioni” ha assicurato la Gelmini.
La Ministra ha sottolineato l’importanza di dare priorità al benessere dei cittadini e al supporto alle aziende agricole, rovinate dal caldo record. “Abbiamo il dovere di salvaguardare i raccolti, le aziende, i sacrifici di una vita di tanti agricoltori e produttori italiani.” -continua la politica- “La carenza idrica di queste ultime settimane non ha fatto altro che esacerbare una situazione già piuttosto critica nel nostro Paese. Da decenni non vengono realizzati nuovi invasi e dighe, facciamo i conti con infrastrutture obsolete o acquedotti colabrodo”.
Agricoltura in crisi, l’ADBPO: “Peggior crisi idrica da 70 anni ad oggi”
La siccità ha messo in ginocchio il Nord Italia, che si ritrova ad affrontare una situazione d’emergenza senza precedenti. L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (ADBPO) l’ha definita “La peggior crisi idrica da 70 anni ad oggi“. In base ai dati forniti da Coldiretti, nel Nord Italia vi sono circa 270mila aziende agricole, tutte a rischio collasso a causa della siccità. Per la Confederazione dei Coltivatori diretti, i danni economici sono già enormi: “Un capitale dell’agroalimentare Made in Italy che rischia di sparire sotto i colpi della siccità, con i danni che hanno già superato i tre miliardi di euro“.