(Adnkronos) –
Milano, 5 Giugno 2022 – Il libro “Messina Denaro: latitante di Stato” scritto dal giornalista Marco Bova continua a far discutere, non tanto per la figura dell’ormai noto mafioso italiano quanto per il fatto che l’autore ha citato, all’interno del suo volume, i nomi di Roberto De Mari e di Rossana Penna. In realtà si può dire che nei confronti dell’avvocato e la giudice siano state mosse accuse del tutto false ed infondate, che Marco Bova ha riportato nel suo libro senza fornire chiarimenti. A lanciarle era stato il narcotrafficante Elio Eligio Puddu, in seguito al provvedimento cautelare richiesto proprio dal magistrato Rossana Penna che era il giudice inquirente.
Sull’assoluta infondatezza delle accuse, che non a caso erano state archiviate già da tempo, non ci sono più dubbi eppure Marco Bova si è limitato a citare i nomi di De Mari e Penna lasciando la questione aperta. È stato per questo motivo che la casa editrice Salani ha scritto una lettera di scuse all’avvocato e alla giudice, esprimendo pubblicamente il proprio rammarico per l’accaduto.
Marco Bova e le accuse a Penna e De Mari
Nel libro su Messina Denaro, Marco Bova ha inserito un capitolo dal titolo “I veleni di Trapani” all’interno del quale ha riportato le accuse che erano state lanciate all’avvocato De Mari da parte di Elio Eligio Puddu. Il narcotrafficante si trovava allora in una posizione già compromessa: era infatti appena stato colpito dal provvedimento cautelare richiesto dal giudice inquirente Rossana Penna. Che le sue parole fossero poco credibili dunque si sapeva e le stesse accuse sono state archiviate proprio perché ritenute del tutto infondate.
È stato questo il grande errore commesso da Marco Bova: l’autore del libro si è limitato a citare l’accaduto, senza fornire delucidazioni che mettessero in chiaro la posizione e l’assoluta innocenza dell’avvocato e della giudice.
Le scuse pubbliche della casa editrice Salani
Proprio per questo motivo, la casa editrice Salani ha scritto una lettera di scuse, inviata all’avvocato dei coniugi e pubblicata sulle principali testate giornalistiche. Dalla missiva appare chiaro l’errore commesso da Marco Bova, che inserendo nel capitolo del libro le falsità lanciate verso De Mari e Penna ha in qualche modo compromesso la reputazione dei due.
Motivo per cui la stessa casa Editrice ha già eliminato i riferimenti a De Mari e Penna nella versione digitale del libro su Messina Denaro e ha garantito che lo stesso verrà fatto con le nuove edizioni cartacee. La Salani tuttavia non si è limitata a questo gesto, tra l’altro dovuto.
In base agli accordi presi con la controparte, la casa editrice provvederà a corrispondere all’associazione Amici del Croff del Policlinico di Milano una somma pari a 2.000 euro. Un rimborso simbolico ma pur sempre significativo, per la Dottoressa Penna che ha visto la sua reputazione compromessa da accuse infondate e palesemente false.
Ancora una volta, le parole colpiscono nel profondo e si rivelano un’arma potentissima. Devono essere utilizzate con attenzione, soprattutto quando si parla di narcotraffico e di mafia: tematiche scottanti nel nostro Paese, alle quali nessuno vorrebbe essere associato.