Eugenio Scalfari, ultimo articolo: tra gli ultimi scritti su Repubblica, il giornalista provava a leggere la realtà e a dare speranza in una situazione complicata per tutti, dove la politica non riesce a fare bene la sua parte.
Eugenio Scalfari, ultimo articolo: il giornalista scriveva della speranza
Uno degli ultimo articoli pubblicati su La Repubblica di Eugenio Scalfari risale a novembre 2021 e aveva come tematica la “speranza”. Dal titolo “Una manuale di sopravvivenza per noi umani”, partiva dall’incapacità politica italiana di leggere la realtà ma soprattutto reagire. In un passaggio scriveva così: “Il nostro globo attraversa un periodo ormai abbastanza lungo di necessità. Chi vorrebbe un futuro pieno di novità resta in realtà deluso: novità non ce ne sono, viviamo un continuo presente privo di bellezza e di sorprese positive. Siamo stati quasi sempre in difficoltà ma mai così preoccupati come ora”.
Poi, scrivendo di cosa ci aspetta nel futuro, scriveva: “Sta arrivando nel vuoto terribile una novità. È anch’essa terribile poiché il futuro è gremito e questa è la realtà che noi stiamo attualmente vivendo: la forza del nulla, la potenza che lo sostiene, il vuoto della vita. Si può pensare un’ipotesi di questo genere?
Il vero problema è che la realtà è densa di vuoto. Si può vivere il vuoto? Certamente sì. Il vuoto è immenso ed è la storia che lo tiene senza né futuro né immaginario. Si vive lo stesso, ma come? Ma dove? Ma perché?
C’è risposta a questa spaventosa domanda: il nulla è il Dio e il Dio è infinitamente esistente. Un Dio che ingombra l’intero universo non si è mai sentito, né visto, né supposto. Dio non c’è. Questa è la fortuna degli umani: Dio sarebbe indispensabile, ma non c’è. Siamo al massimo della realtà. Non c’è altro modo per distruggere il nulla. Ringrazio fortemente i miei lettori”.
Il giornalista si è spento a 98 anni
Il famoso giornalista Eugenio Scalfari è morto. Si è spento all’età di 98 anni il 14 luglio 2022.Una vita dedicata all’attività da giornalista tanto da essere stato il fondatore del quotidiano “La Repubblica”, contribuendo anche alla fondazione del settimanale L’Espresso. Il suo esordio nel giornalismo avviene con Roma Fascista, organo ufficiale del Gruppo Universitario Fascista mentre era studente di giurisprudenza.