Le chiamo morti bianche, per l’assenza di una mano che compia direttamente l’omicidio; ma, dietro l’aumento degli incidenti sul lavoro, si riscontra sempre più il mancato rispetto delle norme di sicurezza. Nel 2021 hanno perso la vita 685 persone, il 10% in più rispetto all’anno precedente; un dato che non tiene conto dei casi di Covid. Il dato più grave, in un anno in cui le denunce di infortuni tradizionali sono cresciute del 20%. Un dato in preoccupante aumento, come dimostra l’aumento del 47,7% delle denunce, tra gennaio e maggio dell’anno precedente.
La relazione in Parlamento
Lunedì 25 luglio è stato presentato in Parlamento la relazione annuale dell’Inail. Il presidente, Franco Bettoni, ha sottolineato come “nel nostro paese la cultura delle prevenzione è ancora insufficiente. In questo senso, il Pnrr è un’occasione unica di sviluppo”. Prosegue il presidente dell’Istituto: “L’iniziativa più rilevante riguarda l’avvio di collaborazioni strutturate e permanenti con aziende o grandi gruppi industriali del Paese. Le opere pubbliche richiedono di moltiplicare le azioni di prevenzione per un efficace contrasto del fenomeno infortunistico”.
L’accordo pilota siglato lo scorso aprile dall’Inail con le Ferrovie dello Stato italiane, che avranno un ruolo centrale nella realizzazione delle opere previste dal Pnrr con investimenti complessivi pari a circa 15 miliardi di euro, è destinato a fare da apripista per ulteriori collaborazioni con altri grandi gruppi industriali, con l’obiettivo di “fare dei cantieri collegati al Recovery Plan il più grande laboratorio in Europa di innovazione e ricerca per la sicurezza”.
Incedenti in calo grazie al Covid
La pandemia ha pesantemente condizionato l’andamento del fenomeno infortunistico nel biennio 2020-2021. Lo scorso anno le vittime sono state 1361; in calo del 19,2% dal 2020, quando da circa 600 morti per Covid si è passati a 200 del 2021. Due anni fa i casi mortali di Covid erano uno ogni tre tra i lavoratori; lo scorso anno sono scesi a uno ogni sei.
Lo stesso discorso vale per gli infortuni: poco più di 534mila le denunce nel 2021, secondo l’Inail, con una diminuzione dell’1,4%. Questo è dovuto al minor numero dei contagi professionali da Covid; passati da quasi 150mila nel 2020 (1 ogni 4), ai circa 50mila del 2021 (1 ogni 12).
Le denunce tradizionali in aumento
Le denunce di infortunio “tradizionale”, al netto dei casi da Covid-19, nel 2021 per l’Inail hanno invece registrato un aumento di circa il 20% rispetto al 2020. Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 349.643, il 17,5% dei quali avvenuti “fuori dell’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro.
Elevate le percentuali di riconoscimento della componente da Covid-19, pari a circa l’88% nel 2020 e al 70% nel 2021. Ma è importante tenere presente che per la definizione finale delle conseguenze di un infortunio in termini di menomazione, e a maggior ragione per quelli da contagio professionale, occorre un adeguato periodo di tempo per la stabilizzazione dei postumi.
Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.361, con un decremento del 19,2% rispetto al 2020. Come per gli infortuni in complesso, anche in questo caso la contrazione è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19.
Il commento del Ministro Orlando
“Il numero di vittime di incidenti sul lavoro e morti bianche è inaccettabile” ha affermato il Ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Intervenendo alla presentazione della Relazione annuale dell’Inail alla Camera, ha sottolineato come “il rischio cresce dove il lavoro è più precario”. Motivo per cui il governo ha scelto di aumentare l’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro del 65%”.