Dal suo esordio Instagram ha attirato le lamentele degli utenti. Instagram – e ancora di più il suo gemello Facebook – nelle ultime settimane sono al centro di una vera e propria rivolta social. Giovedì scorso, il capo di Instagram Adam Mosseri ha affrontato le critiche in un video, che è finito col produrne ancora di più. La controversia riguarda la società madre, Meta, che in precedenza si chiamava Facebook. E la sua propensione a copiare le caratteristiche delle piattaforme di social media emergenti. In particolare in questo momento TikTok.
Instagram fai di nuovo Instagram
TikTok offre agli utenti un feed infinito di video brevi di tendenza personalizzati; la cui popolarità è salita alle stelle proprio mentre Facebook ha iniziato a diminuire. Sperando di replicarne il suo successo, gli aggiornamenti di Instagram e Facebook hanno dato la priorità ai video “consigliati“. Utenti casuali sulla piattaforma compaiono ora all’improvviso in bacheca, generando ansia negli utenti.
Il culmine delle proteste sembra essersi coagulato intorno a un post divenuto virale: “Instagram fai di nuovo Instagram“. Il fotografo Tati Bruenin lo ha lanciato nella speranza di “tornare a vedere foto carine dei miei amici”. Il suo contenuto ha 2 milioni di Mi piace. E’ stato ricondiviso da alcuni degli utenti più potenti di Instagram, ovvero Kim Kardashian e Kylie Jenner.
Lo scorso 23 luglio, dozzine di creatori di meme hanno organizzato una manifestazione fuori dal quartier generale di Meta a New York. L’hanno chiamata “Instarrection“. Alla base c’è il sentimento di malcontento dilagante tra gli utenti: il loro amato Instagram sta peggiorando.
I conti di Meta
Anche gli azionisti di Meta sono d’accordo. L’azienda ha annunciato a inizio anno un dimezzamento del tempo trascorso sulle piattaforme da parte degli utenti. Motivo per cui si aspettavamo una rallentamento della crescita dei ricavi; il valore delle azioni è precipitato del 26% , perdendo 232 miliardi di dollari. Il più repentino crollo delle azioni in un singolo giorno nella storia degli Stati Uniti.
L’atmosfera intorno all’azienda di Mark Zuckerber è tesa. Lui ha limitato le spese dell’azienda e fatto pressione sui sui dipendenti perchè “operino con maggiore intensità”; minacciando. “Probabilmente ci sono un sacco di persone in azienda che non dovrebbero essere qui”, ha detto allo staff.
Instagram ci ha rotto il cervello
L’accusa secondo cui il problema stia nel troppo potere nelle mani di troppo poche persone si fa sempre più aperta. Nel 2019 il portale Vox scriveva come “Instagram ci ha rotto il cervello”. L’utente è sempre più profilato, per essere mercificato; gli vengono proposti in maniera subliminale prodotti che possono danneggiare l’autostima; l’ossessione per il video pare poi aver reso scadente la piattaforma. Un ribasso che ha favorito disinformazione, edonismo e invidia. Eppure sembra quasi che gli utenti si sentano come se non avessero altro posto dove andare.
La scorsa settimana, Instagram ha ceduto, leggermente, al crescente coro di critiche. In un’intervista Adam Mosseri ha aperto alla possibilità di eliminare recente riprogettazione. I video consigliati nel feed dovrebbero venire ridotti. Ma solo temporaneamente; entro la fine del 2023, Zuckerberg ha affermato che il numero di post “consigliati” su Instagram sarà più che raddoppiato.
Instagram tra Snapchat e Tiktok
Per l’utente medio di Instagram, ben lontano dal descriversi come content creator, non è affatto una buona notizia. In un’intervista al Washington Post, un venture capitalist ha affermato: “C’è una guerra tra le persone che vogliono che Instagram sia più simile a Snapchat e le persone che vogliono che sia più TikTok. In questo momento il primo gruppo è più numeroso e rumoroso”.
L’obiettivo ultimo di Instagram è la fidelizzazione degli utenti; li vuole fedeli ed estremamente attivi, nella speranza di renderli famosi. Il video è solo un mezzo per raggiungere tale scopo. Il contrario delle nuove app emergenti, come BeReal, NGL e Locket. Queste non hanno nulla a che fare con la fama.
Instagram, tutto per tutti
Instagram pare aver deciso di essere “tutto per tutti”. Meta continua il suo viaggio verso il metaverso. L’unico ostacolo rimangono le leggi antitrust americane: verranno effettivamente applicate per impedire a Meta di impiegare le stesse pratiche monopolistiche anche lì. Ci si domanda fino a che punto Meta può continuare a far crescere la sua ampia e senza precedenti autorità su Internet. Con ogni probabilità, per quanto tutti siano matti su Facebook e Instagram ora, le cose andranno solo peggio.