di redazione
“La situazione della scuola in Italia non è paragonabile con quella di altri Paesi europei, a cominciare dal calendario scolastico completamente differente. Noi abbiamo dovuto mettere in atto le misure più restrittive nel pieno dello svolgimento dell’anno scolastico, ma siamo stati anche il primo Paese ad applicare la didattica a distanza, uno strumento mai pensato per essere utilizzato in via esclusiva ma solo come ausilio alle normali lezioni”. Così la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento, Simona Malpezzi, intervistata a “The True Show” su Telelombardia il 4 marzo parlando di uno dei temi più caldi e sentiti dall’opinione pubblica: la scuola.
“Le scuole in primis, i dirigenti, i professori si arrabbiano – ha detto Malpezzi – quando sentono dire che i ragazzi devono recuperare perché non si è fatto niente nel corso di quest’anno. Non è così, al netto di tutti i limiti che ci sono stati”. Cosa serve ora? “I dati non sono confortanti – spiega la sottosegretaria – ma di fronte a questa situazione dovremmo prendere ulteriori misure per proseguire il rapporto fra scuola e ragazzi ma anche la tutela della salute. Perché è vero che in Francia le scuole hanno chiuso meno ma poi ci sono stati dei focolai che hanno costretto intere circoscrizioni o quartieri a chiudere ed essere isolati”.
Eppure, dice Malpezzi, il problema non è solo la didattica. “Il governo è in prima linea per poter compensare la socialità dei ragazzi e per trovare risposte che non tengano conto solo dell’apprendimento. Di certo in nome dell’autonomia scolastica potranno essere messe in atto tutte le misure per garantire eventuali lacune, non solo didattiche ma anche sociali”. La vicinanza ai genitori? “È chiaro che qualora dovessero essere messe in atto misure restrittive di chiusura delle scuole vanno accompagnate da interventi di sostegno economico e normativo: siamo già pronti nel decreto Sostegno, figlio dell’ulteriore scostamento di bilancio del Conte-bis, per ribadire il valore dei congedi parentali che devono essere aumentati nel caso in cui il bambino dovesse trovarsi in particolari situazioni e, più in generale, per sostenere aziende e famiglie”.