La compulsione da social è una brutta bestia. Lo stanno scoprendo, a proprie spese, molti candidati che hanno dovuto rinunciare alla corsa per un seggio in Parlamento. C’è una lezione, infatti, che i politici italiani, senza distinzione di collocazione, tardano a imparare: internet non dimentica. Di tutto quello che pubblichi su Facebook, Instagram, e soprattutto Twitter, che tra i social è il preferito dei politici, nella rete rimane traccia. E anche quando si prova a fare “social washing” si dimentica che l’avversario che vuole colpirti usa l’arma più subdola che la tecnologia ti mette a disposizione: lo screenshot. Fotografare il post del “nemico” perché un giorno potrà tornarti utile per attaccarlo, ricordandogli quello che scriveva.
Antisemitismo social
Ecco allora che il giovane segretario del Partito democratico lucano, uno dei cinque under 35 che Letta presentava come capilista, si è visto costretto a rinunciare a causa dei suoi vecchi post contro Israele, paese al quale Raffaele La Regina negava il diritto di esistere. Era l’11 dicembre 2017 e in un tweet l’esponente del Pd scriveva che Gerusalemme, luogo sacro per tre regioni monoteiste, era stata occupata in maniera illegale e violenta da Israele durante la guerra dei sei giorni. La Regina concludeva inneggiando al popolo palestinese. Nel 2020 scriveva: “Gli alieni e lo Stato d’Israele hanno un punto in comune: non esistono”.
Anche Rachele Scarpa, 25enne candidata del Pd in Veneto, è finita sotto accusa per le sue posizioni su Israele. Una “legittima critica alla politica del governo israeliano”, si è difesa. Sotto i riflettori è finito un post della candidata pubblicato nel 2021. Citando anche Human Rights Watch, Scarpa parlava di “regime di apartheid di Israele” e di “atti di guerra e di repressione nei confronti dei civili da parte del governo israeliano”.
Le bucce di banana dei candidati Pd
Stessa buccia di banana per un altro under 35 del Pd, Marco Sarracino, candidato in Campania. Nel caso di Sarracino a ravanare tra i suoi vecchi post sono stati quelli di Fratelli d’Italia che hanno permesso poi alla loro leader, Giorgia Meloni, di cogliere l’ennesima occasione per attaccare Enrico Letta.
“Dopo i giovani candidati del Pd che negano il diritto all’esistenza e alla sicurezza di Israele, arriva anche chi inneggia all’Unione Sovietica. Questo è il post del segretario metropolitano del Pd di Napoli Marco Sarracino, uno dei capolista under 35 scelti direttamente da Enrico Letta. Sarracino, candidato alla Camera nel collegio plurinominale Napoli 2, ha scritto: “Buon anniversario della Rivoluzione’. Bolscevica, ovviamente. Con tanto di foto di Lenin e Armata rossa”, ha scritto la leader di Fratelli d’Italia.
Il saluto fascista dell’assessore di Fratelli d’Italia
Ma di chi vecchi post ferisce, si aspetti la vendetta. Che non è tardata ad arrivare e ha colpito duro in un momento la Meloni cerca di affrancarsi dall’etichetta di nipotina del Duce, come molti l’appellano, e dall’accusa di non aver mai veramente chiuso i conti con il fascismo, dovendosi la leader di Fratelli d’Italia ricordarsi di quanta nostalgia per il ventennio serpeggi ancora nel suo potenziale bacino elettorale. In un reportage da Predappio di Niccolò Zancan per La Stampa (dopo la pubblicazione, il giornalista ha ricevuto minacce) tutti i nostalgici in pellegrinaggio pregustano il successo della Meloni.
La foto incriminata in questo caso è quella dell’assessore regionale delle Marche ed ex sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli (Fratelli d’Italia), candidato alle Politiche, per una foto che lo ritrae giovanissimo, in t-shirt nera, mentre fa il saluto romano con altre persone davanti alla cripta Mussolini a Predappio. A far circolare l’immagine è stato il profilo twitter Socialisti Gaudenti a cui Castelli ha risposto così: “Ero un ragazzino. A quell’età si fanno cose che quando si matura non si rifarebbero. Non esiste negli ultimi 30 anni di attività politica nulla da potermi rimproverare su quel piano. Del resto da sindaco di Ascoli Piceno ho celebrato il 25 aprile per dieci anni in una città Medaglia d’oro per la resistenza senza alcun problema”.
La grillina innamorata di Berlusconi sui social
La napoletana Claudia Majolo aveva superato le Parlamentarie del Movimento 5 Stelle, ma è stata esclusa a causa di sue parole del passato. Professione avvocato, la Majolo fino al 2018 era stata una fervente berlusconiana. E nel 2013 si era scagliata proprio contro il Movimento Cinque Stelle, appena entrato in Parlamento: “Allora siete felici???? Eh capreeeeeeeeeeeeeee??!?! Vi voglio tra un paio di mesi a voi e a quei 4 grillini… Che sanno solo mettere il culo sulla sedia… Tempo al tempo… Ora fate festa da buoni ignoranti… Poi festeggeremo noi… però mentre festeggiate ricordatevi che ‘O nan (“nano”, riferimento a Berlusconi, ndr) ha ch…. più di voi… Con le femmine più belle.. Oltre ad essere stato un grande politico!!!!! Silvio Berlusconi sei e sarai un pezzo di storia per questa Italia popolata e governata da capre”.
Fino ad arrivare a “Berlusconi, quando parli tu è un orgasmo… Ti amo!”. Forse contava sul debole del Cavaliere per le partenopee, viste le relazioni dello stesso con Francesca Pascale prima e Marta Fascina poi e la mai chiarita natura del rapporto con Noemi Letizia. L’amore di Majolo per Silvio aveva resistito fino alle elezioni del 2018, tanto che la candidata grillina ora esclusa, che adesso ha anche oscurato i suoi social, aveva esortato su Facebook: “Non mi fate incazzare e votate Berlusconi”, In altri post Majolo dichiarava ancora il suo “amore” per il leader di Forza Italia, con tanto di hashtag #BerlusconiAmoreMio.
Filo-Putin e No vax, grattacapi per Calenda
Anche il Terzo Polo ha dovuto fare i conti con alcuni vecchi post filo-Putindi una sua candidata, Stefania Modestino, in lista con Azione-Iv al Senato nel collegio Campania 2.
Modestino, in alcuni post, poi eliminati, parla di “pensiero unico” riferendosi alla posizione del giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, contrapposto al pensiero di Alessandro Orsini; in un altro condivide l’opinione della professoressa Donatella Di Cesare quando in una trasmissione afferma: “Dire che Putin è un pazzo, il male assoluto, è una semplificazione inaccettabile”.
Sulla questione è già intervenuto il leader di Azione Carlo Calenda con un un tweet : “La signora in questione è stata segnalata dal territorio, è un’insegnante e giornalista impegnata nel sociale a Caserta. Errore nostro non aver verificato i post su politica estera. Me ne assumo la responsabilità. Stiamo gestendo la cosa”.
Calenda, però, dovrà adesso gestire una situazione analoga in Puglia. Post con dichiarazioni No vax e messaggi che sostengono il complotto del nuovo ordine mondiale si leggono sui social di uno dei candidati di Italia Viva e Azione, Angelo Di Lena, consigliere comunale uscente di Pulsano nel tarantino. Con un passato nella Lega, ora Di Lena è candidato nel collegio uninominale Puglia 08.
«Quella del Coronavirus è una grande truffa. Si tratta di un’epidemia dichiarata che non miete – come le vere epidemie – masse indistinte di persone, ma che invece uccide in massa i diritti di libertà e la dignità di tutti», scriveva il 12 aprile 2020, in piena pandemia, sul suo profilo Facebook. Il Covid? «vieta alle persone di autodeterminarsi e abitua la popolazione ad accettare come normalità la sospensione dei propri diritti», pontificava.
I post senza freno dell’attore grillino contro Conte e Di Maio
Da Zelensky “coglione” a Di Maio “pezzo di m…”, passando per le critiche a Giuseppe Conte e al suo portavoce Rocco Casalino. Gaetano Amato, candidato con il M5S nel collegio uninominale Campania 1 – 07 per la Camera dei deputati, non ama andare per il sottile sui social. L’attore di Castellammare di Stabia, classe 1957, noto soprattutto per la sua partecipazione a serie tv come La squadra sul suo profilo Facebook si è lasciato andare a un linguaggio spesso colorito per commentare le vicende legate all’attualità, sia di politica estera sia interna.
Fino a qualche giorno fa, prima che arrivasse la notizia della sua candidatura nell’uninominale, Amato si mostrava indeciso su chi votare: con “questo panorama penso che sarà molto dura trovare chi mi rappresenta”.
A chi commenta il suo post scrivendo “io voto Conte”, l’attore risponde: “Tu non voti Conte, tu voti uno sconosciuto che, come Di Maio, potrebbe essere un pezzo di m…”. Espressione che il candidato M5S utilizzò nel 2013 per apostrofare l’allora esponente del Pd Ivan Scalfarotto, oggi in Italia Viva: “Sentire Scalfarotto dire che non vota Rodotà solo perché è stato proposto dal popolo e non scelto da lui, mi fa venire voglia di andare a ricordargli a furia di schiaffoni che se prende quei soldi ogni mese è perché rappresenta il popolo e non perché è geneticamente meglio ‘e me. Stu piezzo e m…!”.
Dell’ex forzista Renato Brunetta nel 2011 invece scriveva: “Un uomo tutto d’un pezzo. Di un solo pezzo, l’altro pezzo non l’hanno montato”. Sempre a proposito di Di Maio, il 31 luglio 2022 l’ipotesi di una candidatura del leader di Impegno Civico in un collegio blindato a Modena veniva accolta così dall’attore: “C’è una buona lavorazione dei maiali a Modena…”. Amato non è stato tenero neanche con il segretario del Pd Enrico Letta. In un post del 9 agosto ha scritto: “E’ talmente sfigato che quando passa le scale si spostano e i gatti neri si grattano le palle!”.