Nemmeno l’oro basta. Neanche la medaglia d’oro conquistata agli Europei di Atletica da Marcell Jacobs è riuscita a portare il sereno sulla testa del campione olimpico che forse ha passato la peggior stagione della sua carriera.
Quello che doveva essere infatti l’anno della consacrazione dopo il clamoroso uno-due delle Olimpiadi di Tokyo si è trasformato in un rosario di infortuni a cui sono seguite polemiche, illazioni, sospetti, liti fuori e dentro il suo staff. Il tutto dopo la vittoria ai mondiali indoor sui 60 mt. In ordine:
7 maggio – Nairobi
Problemi gastrointestinali alla vigilia del meeting africano. Ricoverato in ospedale
23 maggio – Savona
Dopo il meeting in Liguria, con un 100 mt ventoso in 9”99, i primi fastidi. Esame evidenzia distrazione-elongazione di primo grado del bicipite sinistro. Out per un mese.
30 giugno – Stoccolma
Rinuncia alla tappa svedese della Diamond League per un fastidio al gluteo
16 luglio – Eugene
L’azzurro corre le batterie dei mondiali sui 100 metri. Il tempo è discreto (10”04) ma la situazione peggiora nella notte. Salta la semifinale per una contrattura all’adduttore della coscia destra.
16 agosto – Monaco
Jacobs vince i 100 mt agli europei. In finale corre con del tape sul polpaccio sinistro. Tre giorni dopo deve rinunciare alle batterie della 4×100 per un aggravarsi del fastidio al polpaccio.
Uno stillicidio con polemiche sulla gestione atletica e della comunicazione
Uno stillicidio all’interno del quale non sono mancate le polemiche sulla gestione atletica e anche della comunicazione di Jacobs. Inutile dire che ogni assenza è stata vista da una certa parte della stampa come una scusa e pronti ritornavano illazioni e sospetti esplosi anche a Tokyo. Ma fino a Moncao il team del velocista e la Federazione viaggiavano fianco a fianco (seppur con qualche mugugno di troppo tenuto nascosto per proteggere la “stella” dell’atletica azzurra); a Monaco invece anche questo si è rotto.
Paolo Camossi, l’allenatore di Jacobs, ha attaccato proprio la Federazione
Paolo Camossi, l’allenatore di Jacobs (e chi, dicono, gli curi anche la comunicazione social, o almeno lo abbia fatto ad inizio stagione) ha attaccato proprio la Federazione, o meglio, la Direzione Tecnica della Nazionale (senza fare mai il nome di Antonio La Torre). «Con il sovraccarico al polpaccio si prevedono uno o due giorni di risposo, non di gareggiare. Sentire dire che Jacobs sia stato fermato in via cautelare stride fortemente». Il segreto di Pulcinella secondo Camossi è che La Torre avrebbe chiesto a Marcell di scendere in pista altrimenti «senza di lui non ci si qualifica per la finale» (come poi successo in maniera rocambolesca e per pochi centesimi con il ripescaggio della Turchia). «Tutti sapevano – ha aggiunto Camossi – che Marcell sarebbe stato disponibile solo per la finale ma se gli si chiede di correre per il tricolore di certo non si tira indietro, è un generoso», cui tutti i rischi di una nuova ricaduta, peggiorativa.
Il Presidente della Fidal, Mei, ha provato a stemperare la tensione. Ma se all’esterno la calma ed il silenzio sono tornati a farla da padrone nel mondo dell’atletica sono in molti a raccontare di tensioni altissime, della gestione fallimentare della comunicazione di Jacobs, di lotte interne al team ed tra team e Nazionale.
E se nemmeno un oro europeo è riuscito a placare tutto questo è segno che non si tratta solo di pettegolezzi.