Stefano Donnarumma è stato nominato nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello Stato. Il 55enne manager milanese, alla guida di Terna dal 2020 al 2023, torna nel settore dei trasporti dopo essere stato investito di importanti responsabilità nella gestione della major delle reti elettriche.
Donnarumma approva a Ferrovie dopo esser stato ritenuto uno dei papabili per incarichi di peso nelle prime tornate di nomine che assegneranno cariche e responsabilità nella legislatura destinata a nascere dopo la caduta del governo di Mario Draghi e l’ascesa a Palazzo Chigi di Giorgia Meloni.
Donnarumma, una carriera nata nei trasporti
Nato a Milano il 29 ottobre 1967, Donnarumma si è laureato in Ingegneria Meccanica all’Università degli Studi di Salerno, città di origine della sua famiglia, nel 1993 e si è iscritto all’ordine degli Ingegneri dal 1994.
La sua formazione parte dal settore dei trasporti e delle macchine ad esso collegate. In particolare, da ingegnere meccanico, Donnarumma avvia la sua carriera nel settore ferroviario. Complessivamente, dal 1994 per circa tre anni ha svolto ruoli nella produzione della componentistica ferroviaria e della realizzazione di rotabili per conto di quattro multinazionali straniere (Ruetgers Automotive, TMD Friction, Bombardier, Alstom), dirigendo anche primari stabilimenti di produzione di veicoli ferroviari sul territorio italiano.
In Bombardier (2003-2005) ottiene nel 2003 la Certificazione di QING come “Esperto di Gestione Tecnica di Stabilimento Industriale” e ha gestito la produzione di serie di locomotive per traffico regionale Italia (E464), nonché il cantiere di produzione (presso Firema a Caserta) di locomotori ETR500 poli-tensione (poi messi in servizio da Trenitalia come Freccia Rossa 500).
Dai trasporti all’energia
In seguito, in Alstom ha gestito la produzione di serie di treni completi per il traffico in Italia (Pendolini, Cisalpini, Trento Malè, Minuetti), nonché la realizzazione del primo elettrotreno realizzato in Italia per la Repubblica Popolare Cinese (EMU Cina). Nella multinazionale francese Donnarumma ha modo di approfondire la sua conoscenza del tema della mobilità sostenibile e delle reti elettriche di ultima generazione necessarie per abilitarla, allora agli esordi nel discorso pubblico.
Questo segnò una svolta professionale importante nella carriera di Donnarumma, che nel 2007 fu cooptato dall’amministrazione comunale capitolina per passare proprio al mondo dell’energia, entrando nel CdA dell’utility romana Acea, al cui interno ha lavorato come Direttore Operazioni di Acea Distribuzione, società del gruppo da lui poi guidata come presidente. Il mondo delle utility, abbandonato solo pro tempore per una posizione in Aeroporti di Roma (2012-2015) lo ha condotto poi in A2A, come Direttore Business Unit Reti & Calore.
Il legame con i Cinque Stelle
Nel 2017, la carriera di Donnarumma arrivò a una nuova svolta quando la nuova giunta romana di Virginia Raggi lo scelse in tandem con l’avvocato Luca Lanzalone per il nuovo top management della stessa Acea. Donnarumma è stato fin dalle prime battute un manager molto legato al mondo del Movimento Cinque Stelle che su di lui ha puntato per entrare nell’orbita dei poteri di nomina delle partecipate. Come amministratore delegato di Acea Donnarumma ha condotto l’utility romana a un risanamento, facendo alzare dell’8%, a 518 milioni di euro, i ricavi al termine dell’esercizio 2019.
Il filo diretto con i pentastellati è valso a Donnarumma un ulteriore salto, di livello nazionale, alla guida di Terna durante la stagione “pandemica” delle nomine della primavera 2020.
L’ascesa nel Conte-bis
Il governo Conte II, principalmente per mezzo del sottosegretario di Palazzo Chigi Riccardo Fraccaro, ha caldeggiato il suo nome per una posizione ai vertici delle imprese di Stato e, essendo blindate le grandi major energetiche, la scelta è ricaduta su Terna, al termine di un processo che ha visto trattare Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico e apparati del Tesoro, con alla loro testa il direttore generale Alessandro Rivera. Donnarumma si è inserito in una linea di manager estremamente prestigiosa; e in un ambiente che è una vera palestra per i vertici delle imprese partecipate.
E il grande salto in Terna
Terna è stata una vera e propria palestra per molti esponenti dell’alta fascia dei top manager italiani oggi impegnati in cariche di responsabilità. Dal 2017 al 2020 l’ad, predecessore di Donnarumma, è stato Luigi Ferraris. Che nel 2021 chiamato dal governo di Mario Draghi alla guida di Ferrovie dello Stato. Il predecessore, Matteo Del Fante, ha guidato il gruppo dal 2014 al 2017.
Anno del passaggio in Poste Italiane, condotta a nuovi vantaggiosi risultati in termini di crescita e redditività. Presidente di Terna durante il triennio di Del Fante era Catia Bastioli, che a febbraio 2021 era stata considerata da Mario Draghi come prima scelta per il Ministero della Transizione Ecologica con approvazione trasversale di diversi partiti (Lega, Forza Italia, Partito Democratico) e di numerosi ambienti di potere romani per l’incarico oggi occupato da Roberto Cingolani.
Donnarumma alla guida di Terna
La Terna targata Donnarumma è stata centrale, tra il 2020 e il 2021, nei piani italiani per la creazione della strategia energetica nel Pnrr. Donnarumma, balzato alla guida del gruppo leader delle infrastrutture elettriche. Ha inoltre voluto approfondire il ruolo della compagnia come garante dell’innovazione e dello sviluppo di infrastrutture resistenti. E in grado di coordinarsi al meglio con la svolta nella generazione verso le rinnovabili governata da altri big come Enel.
Terna nella gestione Donnarumma è stata una protagonista dell’agenda energetica nazionale. Il piano di sviluppo che guiderà per i prossimi anni le azioni dell’operatore che gestisce la rete elettrica nazionale è stato presentato nel 2021. Indica come obiettivo una quota complessiva di 18,1 miliardi di euro di investimenti entro il 2030; con un aumento del 25% rispetto alla quantità messa in campo precedente piano decennale. L’obiettivo di Donnarumma è lavorare perché Terna sia uno dei gruppi in grado di rilanciare l’Italia nel settore energetico. Contribuendo a abilitare la transizione energetica; rafforzare le reti e la loro interconnessione con i network internazionali; garantire un abbassamento delle emissioni di anidride carbonica e contribuire a costruire il mix energetico ottimale.
La crescita di Terna tra Italia e Mediterraneo
Molti i progetti messi in campo: dalle nuove linee tra Bologna e Firenze agli interconnettori siciliani e della pensiola sorrentina realizzati in alleanza con la Banca europea degli investimenti il gruppo ha ambizioni di espansione nazionale.
In quest’ottica, Donnarumma ha sempre sottolineato l’importanza operativa del fatto che i progetti di Terna si distribuiranno negli anni a venire; su su tutto il territorio nazionale per abilitare la corsa a una più sostenuta efficienza energetica. E beneficeranno anche del volano del Pnrr. Altri piani hanno valore strategico e di prospettiva.
Tra questi spicca il Tyrrhenian Link. Sarà costruito da Terna e permetterà la posa di un doppio cavo sottomarino da 950 km. E’ destinato a collegare la Sicilia con la Sardegna e la penisola italiana; per dare vita a un nuovo corridoio energetico al centro del “Grande Mare”. Tyrrhenian Link utilizza la tecnologia High Voltage Direct Current (Hvdc); questo consente il trasferimento di energia ad altissima tensione su lunghe distanze sfruttando il monitoraggio continuo delle reti; l’inclusione della Sardegna all’interno dei progetti di connessione può allargare all’isola dei nuraghi la centralità strategica di cui oggi già gode la Sicilia.
Inoltre, saranno investiti nel periodo 2021-2025 900 milioni di euro. Per progetti legati all’innovazione e alla digitalizzazione delle reti, a cui lavora anche CESI, joint venture di Enel e Terna. Innovazione e digitalizzazione, ha spiegato Donnarumma, “sono due fattori fondamentali; utili per gestire il processo di trasformazione in atto nei consumi e nella produzione di energia”. Terna ha chiuso il il 2020, primo anno della gestione Donnarumma, con ricavi in crescita pari a 2.086,8 milioni di euro; nel 2019 erano 2.054,5; sono schizzati a 2.224,1 nel 2021, mentre nonostante un aumento del 12,6% dei costi di investimento saliti a 1.520 milioni; l’utile netto è aumentato da 785,5 a 789,4 milioni di euro.
Il governo Meloni: Donnarumma e il mancato salto in Enel
Per Donnarumma, in prospettiva futura, dopo l’ascesa al governo di Meloni si è detto si sarebbe potuta aprire una strada ulteriormente in ascesa verso la più prestigiosa poltrona del settore energetico di sua competenza: quella di amministratore delegato di Enel. Il gradimento del Ministero della Transizione Ecologica diRoberto Cingolani si è sommato nel 2022 a quello del politico più in ascesa, Giorgia Meloni, che ha invitato Donnarumma nel 2022 alle convention nazionali di Fratelli d’Italia.
Quando Draghi ha passato la mano a Meloni nell’ottobre 2022, Donnarumma è stato sin da subito indicato come uno degli uomini che più avrebbero avuto un ruolo nella spartizione delle cariche di potere da parte del centrodestra di governo. E con Cingolani rimasto nell’area dell’esecutivo da consigliere per l’Energia da un lato e un consolidato rapporto con lo stratega di Meloni, Giovanbattista Fazzolari, è stato ritenuto a lungo possibile sostituto di Francesco Starace come ad di Enel.
Il ritorno nei trasporti
Dopo il nulla di fatto in Enel nel 2023, con la scelta di Paolo Scaroni per la presidenza e Flavio Cattaneo per il ruolo di ad, Donnarumma ha dovuto aspettare un giro dopo la scadenza del suo mandato in Terna. Nel frattemo è stato advisor di Bain & Company, importante società di consulenza strategica, dall’agosto 2023, Senior Advisor di Equita SIM da settembre 2023 e direttore scientifico della 24Ore Business School da marzo 2024. Il 27 giugno 2024 è stato nominato per succedere a Luigi Ferraris, da tempo distante dal governo Meloni, per la prestigiosa poltrona di ad di Ferrovie dello Stato. Tornando dunque dopo una lunga trafila nel settore dei trasporti che è stato il suo trampolino di lancio.